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Intuizione Artificiale: la nuova frontiera oltre l’AI

Una nuova tecnologia che anticipa i rischi prima che si manifestino, anche senza dati storici: l’intuizione artificiale promette di rivoluzionare il modo in cui affrontiamo la complessità del mondo moderno.

di Andrea Fiore -


Inventore dell’Intuizione Artificiale, l’ex scienziato missilistico Jacek Marczyk ha dedicato oltre trent’anni allo studio della complessità e del rischio. Fondatore di Ontonix e Universal Ratings, ha sviluppato la Teoria della Complessità Quantitativa (QCT), oggi applicata in settori come finanza, medicina, difesa e manifattura. 

Nel mondo dell’intelligenza artificiale, siamo abituati a pensare in termini di potenza computazionale, modelli predittivi e algoritmi capaci di elaborare miliardi di dati. Ma una nuova generazione di tecnologia sta emergendo: si chiama intuizione artificiale e promette di rivoluzionare il modo in cui affrontiamo la complessità dei sistemi moderni.

Quando l’AI non basta

L’intelligenza artificiale tradizionale si basa sull’apprendimento da grandi quantità di dati. Ma cosa accade quando non esistono abbastanza esempi? È il caso di eventi rari come blackout elettricicollassi infrastrutturali o anomalie sistemiche. Questi fenomeni, troppo sporadici per generare uno storico affidabile, sfuggono ai modelli predittivi classici.

L’intuizione artificiale nasce proprio per affrontare questa classe di problemi: non si limita a riconoscere ciò che è già accaduto, ma percepisce ciò che potrebbe accadere, anche in assenza di precedenti.

Complessità e fragilità: il paradosso tecnologico

L’aumento della complessità nei sistemi — dalle reti elettriche ai processi industriali — genera nuove vulnerabilità. Ogni collasso si manifesta in modo diverso, rendendo impossibile costruire una strategia di risposta basata su regole fisse. L’intuizione artificiale, invece, monitora lo stato sistemico e rileva segnali deboli, come la febbre in un paziente stabile: un indicatore secondario che suggerisce un’infezione in corso.

Un’intelligenza che “sente” il rischio

Nel caso della rete elettrica spagnola, i dati raccolti dai nodi e dalle sale di controllo erano capillari. Se fossero stati analizzati con strumenti di intuizione artificiale, i blackout avrebbero potuto essere anticipati. Questo tipo di tecnologia non richiede un addestramento massivo, ma sfrutta ciò che è già presente, calcolando le interdipendenze tra variabili come temperatura, flussi energetici e pressione.

Dalla sicurezza all’innovazione scientifica

Le applicazioni sono sorprendenti. Presso l’Università di Pavia, l’intuizione artificiale è stata impiegata per accelerare la scoperta di nuovi farmaci. In fase di laboratorio, dove mancano parametri certi, è in grado di identificare gli atomi più promettenti all’interno di una molecola, riducendo i tempi di calcolo da settimane a uno o due giorni, anche per molecole complesse come le proteine.

Spiegabilità: il valore aggiunto

A differenza di modelli come ChatGPT, che possono riconoscere un cane in una foto senza spiegare il “perché”, l’intuizione artificiale fornisce motivazioni. Non solo lancia un allarme, ma spiega perché lo fa, rendendo il processo più trasparente e affidabile.

Verso la quarta generazione

Siamo all’alba della quarta generazione dell’intelligenza artificiale. Una generazione che non si limita a replicare il passato, ma che anticipa il futuro. In un mondo dove la complessità è la nuova costante, l’intuizione artificiale potrebbe essere la chiave per affrontare l’imprevedibile.


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