Attualità

Israele abborda la Flotilla: 2 italiani a bordo (VIDEO)

L'equipaggio verrà probabilmente espulso dopo l'identificazione nel porto di Ashdod

di Dave Hill Cirio -


Nella serata di ieri la nave Handala della Freedom Flotilla, partita dalla Sicilia il 13 luglio con a bordo 19 attivisti e giornalisti provenienti da vari Paesi, è stata intercettata e abbordata dalle forze navali israeliane mentre tentava di raggiungere Gaza per consegnare aiuti umanitari e rompere simbolicamente il blocco navale imposto da Israele sulla Striscia di Gaza.

Il sequestro della Freedom Flotilla in acque internazionali

L’intercettazione è avvenuta in acque internazionali, a circa 50km dalla costa egiziana e 100km da Gaza, secondo i tracciamenti pubblici della nave. Durante il blitz, sono stati diffusi video nei quali gli attivisti, seduti sul ponte con le mani alzate, intonavano “Bella Ciao” mentre i militari sequestravano loro le telecamere.

Poco dopo, le trasmissioni in diretta sono state interrotte e l’equipaggio della Handala dichiarato “illegalmente detenuto da Israele” dal movimento Freedom Flotilla.

Due italiani a bordo

Sulla nave due cittadini italiani. Sono Antonio Mazzeo, blogger noto per il suo impegno per i diritti civili, e Antonio La Piccirella detto Tony, uno skipper che fin dalla partenza dell’imbarcazione dall’Italia ne è stato il portavoce.

Alleanza Verdi e Sinistra e 5Stelle chiedono al governo Meloni l’intervento italiano per la liberazione dei due italiani e di tutto l’equipaggio che, secondo notizie circolate fin dalla serata di ieri, verrà trattenuto in Israele per la completa identificazione e poi espulso dal Paese.

La Farnesina monitora la situazione

Palazzo Chigi e la Farnesina stanno monitorando attentamente la situazione del fermo dei due italiani a bordo della nave Handala della Freedom Flotilla. L’ambasciata italiana a Tel Aviv, in raccordo con la Farnesina, sta seguendo le fasi del trasferimento e fornirà assistenza ai due connazionali in caso di arrivo nel porto israeliano di Ashdod.

Quelle in atto sono le abituali procedure diplomatiche attivate nelle fasi iniziali di circostanze del genere. Non ci sono però state, finora, prese di posizione pubbliche o dichiarazioni ufficiali, in un contesto delicato di forte tensione internazionale nell’area.


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