Israele, camion sulla gente alla fermata dell’autobus. Per la polizia è terrorismo
È di almeno 40 feriti, 4 dei quali in gravi condizioni, il bilancio dell’attacco compiuto a nord di Tel Aviv, dove un camion è piombato sulla folla in attesa ad una fermata dell’autobus. La zona, Glilot, vicino Herzliya, è sede del quartier generale del Mossad e di diverse unità dell’intelligence dell’Idf, tra cui la famigerata 8200. Alcune persone sarebbero rimaste intrappolate sul luogo dell’impatto del mezzo pesante.
L’assalitore è stato colpito e neutralizzato da civili armati sul posto. La polizia israeliana considera un attentato terroristico quanto avvenuto. Secondo il Jerusalem Post, l’uomo sarebbe stato arrestato. Imponenti forze sono state dispiegate nell’area.
Teheran alza la voce. Rispondere agli attacchi di Israele è un nostro diritto. Il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araqchi ha definito gli “atti di aggressione” israeliani di sabato come una “flagrante violazione del diritto internazionale” e ha invitato le Nazioni Unite a condannarli, avvertendo che l’Iran si riserva il diritto di rispondere.
“Il ministero degli Affari esteri della Repubblica Islamica dell’Iran condanna nei termini più forti” i raid “del regime sionista contro una serie di installazioni militari in Iran”. Le azioni dello Stato ebraico “costituiscono una grave violazione della sovranità e dell’integrità territoriale” della Repubblica islamica dell’Iran e sono “una flagrante violazione del diritto internazionale e della Carta delle Nazioni Unite”, è scritto in una lettera al Consiglio della missione permanente dell’Iran. “Sulla base del diritto intrinseco all’autodifesa (…), l’Iran ritiene di avere il diritto e l’obbligo di difendersi dagli atti di aggressione esterna”, si legge ancora.
Il governo iraniano ha sottolineato che per raggiungere questo obiettivo è necessario “utilizzare tutte le (sue) capacità materiali e spirituali (…) per difendere i suoi interessi vitali di sicurezza”, pur essendo “consapevole delle sue responsabilità per la pace e la sicurezza regionale”.
Araqchi ha osservato che le “azioni e i crimini illegali” israeliani sono attualmente la principale fonte di tensione nella regione e ha esortato il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres e il Consiglio di sicurezza ad “assumere una posizione decisa e condannare con forza ed esplicitamente il regime israeliano per aver commesso questi atti di aggressione”.
Le autorità iraniane hanno chiesto alla comunità internazionale a “mobilitarsi immediatamente” per “fermare il genocidio, la guerra e l’aggressione del regime israeliano contro Gaza e il Libano” e per “fermare il suo guerrafondaio”.
Il gabinetto di sicurezza israeliano si riunirà oggi per discutere “dell’attacco israeliano all’Iran e della possibilità di una risposta iraniana”. Lo ha dichiarato alla Cnn è stato un funzionario israeliano. “Gli obiettivi dell’attacco sono stati determinati in anticipo e non sono stati modificati negli ultimi dieci giorni”, ha aggiunto l’informatore.
Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite si riunirà domani. Ad annunciarlo è la missione israeliana presso le Nazioni Unite. L’Iran ha richiesto la riunione dell’esecutivo Onu, accusando Israele di aver violato il diritto internazionale.
Nuove accuse di antisemitismo a Francesca Albanese, relatrice speciale Onu sui territori palestinesi occupati. “Gli Stati Uniti, ha detto un portavoce del Dipartimento di Stato americano citato da Fox News Digital, giungono alla ferma conclusione che Albanese non è adatta al suo ruolo o a qualsiasi ruolo nelle Nazioni Unite. Il nostro impegno a sostenere i diritti umani per tutti è inamovibile, e continueremo a schierarci contro l’antisemitismo”.
In un tweet del 24 ottobre, Albanese si è detta “delusa” dalle “accuse fasulle e riciclate contro di me” e ha ribadito di essere “profondamente impegnata per i diritti umani di tutte le persone”.
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