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Istat: forte crescita del Pil, +6,6% nel 2021

di Alessio Gallicola -


La tendenza alla crescita rilevata nei mesi scorsi è ora una realtà: il Pil italiano nel 2021 è aumentato del 6,6%. Lo rileva l’Istat precisando che “nel 2021 l’economia italiana ha registrato una crescita di intensità eccezionale per il forte recupero dell’attività produttiva, dopo un 2020 caratterizzato dagli effetti dell’emergenza sanitaria”. Contemporaneamente diminuisce anche il debito pubblico, sceso al 150,4% rispetto al 155,3% registrato a fine 2020. A trascinare la crescita del Pil è stata soprattutto la domanda interna, mentre la domanda estera e la variazione delle scorte hanno fornito contributi molto limitati.

Dati positivi anche in relazione all’indebitamento delle amministrazioni pubbliche in rapporto al Pil. Siamo a -7,2 %, a fronte del -9,6 % nel 2020. “Il netto miglioramento – spiega l’Istat – rispetto al 2020 è dovuto al buon andamento delle entrate a fronte del più contenuto aumento delle uscite, nonostante il protrarsi delle misure di sostegno introdotte per contrastare gli effetti della crisi”.

I dati diffusi in giornata dall’Istituto di statistica fanno esultare il Governo. In particolare, per il Ministero dell’Economia le cifre “confermano il significativo recupero fatto registrare dall’economia italiana nel 2021 e rappresentano uno stimolo a proseguire nell’impegno per aumentare la resilienza, la sostenibilità e l’inclusività del sistema economico. Dopo la caduta del 9% subìta nel 2020, l’anno scorso il PIL è cresciuto del 6,6% in termini reali. Dal lato della finanza pubblica, il deficit della Pubblica amministrazione è migliorato al 7,2% del PIL (dal 9,6% del 2020) e il rapporto debito/PIL è calato al 150,4% del PIL, dal picco del 155,3% raggiunto nel 2020”.

I risultati resi noti dall’Istat sono decisamente superiori alle previsioni ufficiali ed alle analisi effettuate anche in sede internazionale. Anche in questo caso dal Ministero si rivendicano “il dinamismo del sistema produttivo, l’efficace gestione della crisi sanitaria e una politica economica che, nel rendere disponibili notevoli risorse a sostegno di famiglie e imprese e al contenimento degli effetti del rincaro dei costi dell’energia, è riuscita a mantenere un’attenta gestione della spesa pubblica”.

È evidente a tutti, però, che il rincaro dell’energia e la guerra in Ucraina renderanno più incerto e complesso il quadro congiunturale e le prospettive economiche, però i dati attuali sono da considerare una base su cui lavorare per assicurare la continuità della ripresa, l’espansione dell’occupazione e il miglioramento dei conti e della finanza pubblica.


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