Economia

Istat, il Pil cresce del 6,5%

di Alessio Gallicola -


Arriva la conferma, il Pil cresce ai massimi livelli dal 1995, facendo registrare nel 2021 un aumento del 6,5% rispetto all’anno precedente. Il dato aggregato è il risultato dell’ultimo parziale, relativo al quarto trimestre, in cui l’Istat certifica una crescita dello 0,6% rispetto ai tre mesi precedenti.  Gli ultimi tre mesi del 2021 hanno avuto due giornate lavorative in meno rispetto al trimestre precedente e lo stesso numero di giornate lavorative rispetto al quarto trimestre del 2020. Il dato è destagionalizzato rispetto all’anno precedente, in cui era crollato sotto il peso di un -9%.

In questo modo la nostra economia torna ai livelli pre crisi Covid, attestandosi allo 0,5% in meno rispetto alla fine del 2019, prima che la pandemia stravolgesse l’andamento della produzione interna. Si tratta di un record di crescita in un singolo anno, per trovare risultati simili bisogna tornare indietro al 1976 (+6,6%). D’altro canto, però, un calo del 9% non si registrava dai tempi della Seconda Guerra Mondiale. Il dato è positivo anche in relazione all’andamento degli altri Paesi europei, in particolare si nota che in Italia il Pil cresce di più rispetto a quello dell’Eurozona (+4,6%).

Il traino del dato positivo si riflette anche sulla previsione per il Pil 2022, che l’Istat stima ad un + 2,4%, risultato che dovremmo essere in grado di raggiungere, a partire dal primo trimestre, al termine del quale una crescita dello 0,5% ci riporterebbe appunto all’epoca pre Covid. Ma l’ottimismo si scontra soprattutto con il caro bollette, che rischia di impattare in modo traumatico sulle imprese, oltre che sui consumatori. Da più parti, dunque, si richiede al governo un intervento per ammorbidire gli effetti dello shock energetico.

Tornando al dato del Pil 2021, la variazione congiunturale è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto nel comparto dell’agricoltura, silvicoltura e pesca e di un aumento sia in quello dell’industria, sia in quello dei servizi. “Dal lato della domanda – riflette l’Istat – vi è un contributo positivo della componente nazionale, al lordo delle scorte, e un apporto negativo della componente estera netta. L’economia italiana registra per il quarto trimestre consecutivo una espansione, seppure a ritmi più moderati rispetto ai periodi precedenti. Anche dal lato tendenziale, la crescita è risultata molto sostenuta, superiore ai 6 punti percentuali. La stima preliminare che ha, come sempre, natura provvisoria, riflette dal lato dell’offerta uno sviluppo ulteriore del settore dell”industria e dei servizi, e un calo in quello dell’agricoltura”.


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