Economia

ITALIA A TUTTO GAS

di Cristiana Flaminio -

TAP GASDOTTO TUBO TUBI GAS COMPONENTE COMPONENTI TUBATURA TRASPORTO GAS OPERAI


L’energia della politica. Giorgia Meloni rivendica il tema dell’energia come centrale dei suoi primi cento giorni al governo mentre il ministro alla sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin annuncia il viaggio in Azerbaigian per il raddoppio del gasdotto Tap, il Transadriatic Pipeline. Il titolare del dicastero all’ambiente ha spiegato, in un’intervista rilasciata a Il Giornale, che i volumi di gas che ogni anno partono dai giacimenti azeri, in particolare quello di Shah Deniz II, e, dopo aver attraversato Grecia e Turchia, arrivano fino agli impianti italiani, passeranno dagli attuali dieci miliardi di metri cubi a 20, in un periodo di tempo stimato in cinque anni.
La premier Meloni, celebrando i suoi primi cento giorni alla guida del Paese, ha sottolineato l’importanza del tema legato all’energia e l’impegno che l’esecutivo vuole profondere sulla questione: “Dall’investimento di 30 miliardi per abbassare il prezzo delle bollette per famiglie e imprese, all’aumento di produzione di energia rinnovabile, di estrazione di gas nei nostri mari, fino alla battaglia, vinta, per un tetto europeo al prezzo del gas, abbiamo contribuito a difendere la sicurezza energetica italiana”.
Il progetto vede il forte interesse dell’Unione europea che, dallo scoppio della crisi energetica deflagrata con l’insorgere del conflitto tra Russia e Ucraina, sta cercando di diversificare i fornitori di materie prime allacciando alleanze e dialoghi con decine di Paesi in tutto il mondo. Proprio per questo sarà della partita anche il commissario Ue all’energia, Kadri Simson, che parteciperà all’incontro in programma domani. Ma il problema italiano non è legato solo sull’approvvigionamento bensì si unisce al tema delle infrastrutture. E lo stesso Pichetto Fratin ne è più che consapevole: “Nello stesso tempo pensare anche a superare il collo di bottiglia che si viene a creare sul nostro territorio: il gasdotto italiano che dalla Puglia va verso il Nord ha una portata di 125 milioni di metri cubi al giorno che va anch’essa adeguata con una nuova dorsale adriatica lunga 450 chilometri. È un progetto che il governo intende fare senza esitazioni”. Già, perché non avrebbe altrimenti senso aumentare le forniture senza poter contare su infrastrutture all’altezza. Per l’Italia non è solo una questione di efficienza interna ma, se possibile, di strategia geopolitica. L’obiettivo del governo Meloni, infatti, è quello di fare dell’Italia l’hub energetico del Mediterraneo, di trasformare il Paese in una sorta di ponte (obbligato) tra l’Europa, l’Oriente e il Nordafrica. Secondo il ministro: “l’obiettivo è chiaro: eravamo la periferia della distribuzione, domani saremo il centro. Oltre a fare la nostra sicurezza, potremo aprire un secondo filone: essere un centro di smercio per l’Europa del nord e dell’est, verso l’Ungheria per esempio. Abbiamo già contatti in corso”.
Mentre l’Italia lavora a potenziare le vie del gas e a rimarcare la sua centralità lungo le nuove rotte che, giocoforza, passano per il Mediterraneo, la Germania rinuncia al carbone. O meglio, rinuncerà al carbone. E lo farà dal 2030, anticipando di otto anni il termine del 2038 che, inizialmente, era stato ipotizzato per la completa decarbonizzazione del Paese. Per il momento siamo soltanto alle dichiarazioni di intenti. Ma l’agenzia tedesca delle reti energetiche ha messo nero su bianco un piano per anticipare l’obiettivo che il governo, in particolare il ministro all’Economia e al Clima Robert Habeck starebbe vagliando con interesse.


Torna alle notizie in home