Attualità

Italia Airforce: Biden manda più uomini per la difesa anti russa

di Ivano Tolettini -


Biden manda più uomini per la difesa anti russa ma nessuno lo dice. Un nuovo reggimento di artiglieria a Vicenza. E così la città del Palladio avrà un’altra unità a protezione delle due basi di Camp Ederle e Camp Del Din

L’invasione dell’Ucraina del 24 febbraio 2022 da parte delle truppe di Mosca ha cambiato il paradigma militare in Europa dopo la Guerra Fredda. All’improvviso i popoli europei hanno riscoperto una fragilità difensiva e la Nato, che all’epoca stava di fatto venendo ridimensionata un pezzo alla volta nel cuore della Vecchia Europa (come anche auspicato dal presidente francese Emmanuel Macron), con l’ausilio determinante della superpotenza americana ha lanciato un vasto programma di ristrutturazione della forza difensiva che coinvolge pure il territorio italiano. Lo scacchiere di Nord est è tornato strategico e, perciò, non stupisce che nei giorni scorsi leggendo l’articolo di Giovanni Vandivier sul quotidiano statunitense Stars and Stripes, si è appreso della dislocazione di un nuovo reggimento di artiglieria statunitense per rafforzare la difesa aerea in Germania ed Italia. In particolare, è stata costituita un’unità nuova di zecca, il 1° battaglione del 57° reggimento di artiglieria della difesa, con sede principale nella cittadina tedesca di Ansbach nella Media Franconia, in Baviera, e con una delle “sue batterie che opererà a Vicenza”. A renderlo noto è stato giovedì scorso con un comunicato il 10° comando della difesa aerea e missilistica dell’esercito.

VICENZA
In Veneto, nella città del Palladio, sono presenti due delle quattro basi americane in Italia che non fanno parte della Nato. Si tratta di Camp Ederle, storica base operativa dal 25 ottobre 1955 nella zona est del capoluogo berico, quando venne creato il comando Setaf (Us Army Southern European Task Force). Dal 2013 è operativo anche Camp Del Din, seconda grande base militare cittadina sul sedime dell’aeroporto Dal Molin, diventato sede del comando Usaraf, lo United States Army Africa, che ha preso il posto della Setaf perché, come spiega il nome, si riteneva con la conclusione della Guerra Fredda che il principale scacchiere da cui potevano provenire problemi militari dopo l’11 settembre 2001 fosse il continente africano. Di qui il completo dislocamento a Vicenza della 173^ brigata aviotrasportata composta da non meno di 3.500 parà. Dopo l’aggressione russa a Kiev sono cambiate radicalmente le carte in tavola e anche l’Italia è ridiventata come prima del 1989, con la caduta del Muro di Berlino, un tassello importante nel puzzle difensivo, come del resto aveva annunciato il presidente americano Biden al vertice Nato dell’anno scorso a Madrid. Ieri lo stesso Biden prendendo la parola all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, ha sollecitato di “espandere il Consiglio di sicurezza dell’Onu e aumentare il numero dei membri permanenti” nell’ambito della riforma proposta dagli Usa per spezzare lo stallo in seno all’organismo e avere più voci e prospettive al tavolo. Ha preso la parola anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky per perorare la liberazione del proprio territorio dall’invasione dell’armata russa, oltre 200 mila uomini. È in questo quadro allargato e molto complesso che va collocata la mossa americana, che è stata concordata con i vertici italiani, di trasferire parte di questo battaglione a Vicenza e il cui compito, come informa il comando Usa, sarà quello di fornire “ulteriore difesa aerea di superficie al teatro europeo”. Giusto un anno fa, al confine con Francia, Belgio e Lussemburgo, nel borgo di Sembach nella Renania-Palatinato era stato costituito il comando della 52^ brigata di artiglieria contraerea che affianca i comandi dei battaglioni da combattimento Usa di stanza a Baumolder, sempre nella Renania Palatinato, quelli delle batterie missilistiche in Turchia e la 13^ batteria missilistica in Israele.

IL RUOLO
La guerra d’aggressione russa ha riproposto il tema della presenza e del ruolo delle strutture militari americane in Europa per i Paesi del Patto Atlantico. Per il Nord est italiano si vuole aumentare la capacità delle difese aeree dell’esercito “dove le preoccupazioni per l’invasione russa – si legge nell’articolo di Vandiver – hanno spinto a ricostruire una forza che si era ridotta durante il lungo ritiro militare post Guerra Fredda”, durato oltre vent’anni. Ora l’attenzione è tornata sulla difesa aerea, come dimostra la costituzione del nuovo reggimento d’artiglieria Usa, dopo lo smantellamento delle tante basi missilistiche che punteggiavano il Nord est fino agli anni Novanta.


Torna alle notizie in home