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Italia-Brasile: 150 anni di migrazione – La storia di Renata Bueno

di Redazione -


di GIUSEPPE MESSINA – La storia della migrazione italiana in Brasile è lunga 150 anni. Lo stato sudamericano conta 210 milioni di abitanti e 35 dei quali discendenti di immigrati italiani. Il 21 febbraio di quest’anno hanno avuto inizio i festeggiamenti per il 150º anniversario dell’emigrazione italiana in Brasile, organizzati con il supporto dei numerosi consolati italiani, dell’ambasciata e dei governi italiano e brasiliano. La data ricorda il giorno del 1874 nel quale il primo gruppo di 386 lavoratori veneti e tirolesi con le loro famiglie, in fuga dalla miseria, giunse nel paese americano a bordo del vapore Sofia che sbarcò nel porto di Vitoria nello Stato di Espirito Santo, salpato il 3 gennaio da Genova. La ricorrenza assume un valore non solo simbolico. Questi festeggiamenti sottolineano la profonda connessione tra l’Italia e il Brasile, enfatizzando le radici storiche e culturali italiane che hanno plasmato la società brasiliana. Da quel lontano 1874 più di un milione e mezzo di italiani sono stati protagonisti dello sviluppo del Paese sudamericano. Oggi, in Brasile risiede la più grande collettività di italo brasiliani al mondo, cui si aggiungono circa 680.000 cittadini con passaporto italiano (2022). Come recita una bella canzone dell’emigrazione veneta, con le loro fatiche e i sacrifici i nostri emigranti hanno realizzato Paesi e Città e fatto degli Stati del Sud il vero motore dell’economia brasiliana. Il ‘Talian’ è ufficialmente la seconda lingua più parlata in Brasile, si stima che il veneto brasiliano sarebbe parlato da circa 500.000 persone in 133 città. Nel 2014, il ‘Talian’ è stato dichiarato parte del patrimonio culturale del Brasile. In 150 anni non si sono mai spezzati i profondi legami tra gli italo-brasiliani e la Madrepatria. Tanti gli esempi di successo e di affermazione di imprenditori, professionisti ed anche politici come il caso di Renata Bueno. Nata in Brasile, la Bueno rappresenta un ponte vivente tra Italia e Brasile, due nazioni intrinsecamente connesse. La sua storia personale è un intreccio di tradizioni familiari, alta formazione universitaria e un’incessante passione per la politica. Le sue origini italiane risalgono alla fine del 1800, quando suo bisnonno, Andrea Baisi, originario di Vagli Sotto nella provincia di Lucca (all’epoca parte della provincia di Massa Carrara), emigrò in Brasile con i suoi fratelli per iniziare una nuova vita. Successivamente, un altro ramo della famiglia, guidato dal bisnonno Alberto Brustolin (padre di sua nonna), proveniente da Nervesa della Battaglia, in provincia di Treviso, si stabilì in Brasile all’inizio del 1900. La povertà, la fame e il desiderio di migliorare le condizioni di vita sono state le motivazioni che hanno spinto i suoi antenati, come molti altri migranti italiani, a scegliere il Brasile come loro destinazione. Il periodo più significativo dell’immigrazione è stato tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, quando i suoi bisnonni si imbarcarono a Genova, dopo un lungo viaggio a piedi, per raggiungere il Brasile. I viaggi in nave furono estremamente difficili e pieni di peripezie. Giunti a San Paolo, furono ospitati in un ospedale dedicato all’accoglienza dei migranti. In base agli accordi stipulati, i migranti venivano distribuiti nelle aree con lavoro disponibile, specialmente nelle terre agricole. I bisnonni di Renata si stabilirono nella regione del Paranà, a sud, in territori molto fertili dediti alla coltivazione di grano, soia e caffè. Grazie alla ricostruzione documentale di quest’ultima discendenza, Renata ha ottenuto la cittadinanza italiana. Ancora oggi la sua famiglia risiede in quella regione. Renata Bueno è nata a Brasilia poiché suo padre, nella sua attività politica, era spesso nella capitale brasiliana, ma è cresciuta nella regione del Paraná. Lì ha completato i propri studi in giurisprudenza. Fin da giovanissima, tuttavia, sognava di approfondire le proprie origini e di studiare in Italia, dove si è specializzata in diritti umani con studi specifici a Padova. A soli 28 anni è divenuta la più giovane consigliera comunale eletta a Curitiba, capitale del Paraná. Nel febbraio del 2013, Renata Bueno ha fatto il salto nel panorama politico italiano, eletta con più di 20.000 voti e diventando la prima parlamentare nata in Brasile a entrare nel Parlamento Italiano. Assunto l’incarico il 13 marzo come membro della Commissione Affari Esteri e Comunitari, ha rappresentato il punto di riferimento del dialogo aperto tra Italia, Brasile. Tra le tante battaglie parlamentari, la lotta per i diritti delle donne, la proposta di provvedimenti antirazzisti, battendosi affinché i cittadini condannati fossero trasferiti nei loro paesi di origine per scontare la pena. Tra le iniziative normative quella per il fondo alla cultura, attraverso cui si permetteva alle aziende di finanziare la manutenzione dei beni archeologici tramite donazioni deducibili, contribuendo ad introdurre nella legislazione italiana (Legge 29 luglio 2014, n. 106), la Legge Rouanet. Nel 2017, nell’ambito delle relazioni tra Brasile e Italia, è riuscita a contribuire al riconoscimento dei titoli di studio stranieri in Brasile. Quel periodo è stato caratterizzato da eventi significativi come la visita del Papa, i Mondiali di calcio e le Olimpiadi, durante i quali è stata un tramite fondamentale tra le due nazioni. Bueno è stata anche una figura chiave nelle delicate trattative per l’estradizione di Cesare Battisti ed Enrico Pizzolato. Grande l’impegno di Renata Bueno per la difesa dei diritti degli italiani all’estero. Ha lavorato instancabilmente per migliorare i servizi consolari e garantire una maggiore partecipazione degli italiani residenti all’estero al processo elettorale. Ha anche creato l’Istituto di Cittadinanza Italiana per supportare i cittadini italiani che cercano di esercitare i diritti di riconoscimento di cittadinanza. 9


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