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Italia e coronavirus VERSO LA FASE TRE IN ORDINE SPARSO

di Redazione -


La morsa del coronavirus si sta allentando in tutta Italia pur mantenendo alcuni focolai in alcune regioni, in particolare nella parte nord-occidentale del Paese. La guardia deve allora essere ancora mantenuta alta se si vogliono evitare pericolose ricadute prima della scoperta di un vaccino che possa debellare questo virus che sta mettendo in ginocchio tutto il mondo. A risentirne sono soprattutto il sistema ospedaliero-sanitario e le economie dei Paesi colpiti. E l’Italia e’ tra gli Stati che, forse anche per essere stato il primo in Europa ad essere investito da questa pandemia, hanno avuto piu’ degli altri pesanti contraccolpi. Ora che anche la BCE e la UE hanno deciso di intervenire pesantemente per aiutare gli Stati membri a risollevarsi, sul nostro Paese si sta per riversare una pioggia di miliardi – parte a titolo di prestiti agevolati, parte a fondo perduto – da impiegare in pratica in tutti i settori, a patto di fare riforme per ammodernare il nostro sistema. Ma e’ proprio l’impiego di questa grande mole di risorse che sta dividendo non solo le forze di maggioranza ma anche quelle di opposizione. Il fatto e’ che ognuno ha le sue priorita’ e le sue ricette per far risollevare il nostro Paese. Se si e’ tutti d’accordo di investire in primis sul potenziamento del Servizio Sanitario Nazionale ed in particolare sul sistema ospedaliero per non farsi trovare impreparati quando il coronavirus si ripresentera’ con virulenza (sono in molti a prevedere che, in assenza di vaccino, gia’ nel prossimo autunno questa evenienza potrebbe verificarsi), ci sono differenze profonde sia su quali fondi attingere, sia su quali interventi debbano avere la precedenza. I 36 miliardi messi a disposizione dal MES, per esempio, dividono sia le forze che sostengono il governo sia le opposizioni. Nella maggioranza il M5S, sia pure con dei distinguo, e’ contrario al fare ricorso a questi fondi, mentre Pd, Iv e LeU sono favorevoli. Ma anche il centrodestra non ha una posizione univoca. Per il no sono la Lega di Matteo Salvini e FdI di Giorgia Meloni; per il si’ invece FI di Silvio Berlusconi. Quanto agli interventi per rilanciare l’economia siamo ancora alle ipotesi. Giuseppe Conte ha le sue proposte,    i cinquestelle le loro, cosi’ come il Pd di Nicola Zingaretti, Iv di Matteo Renzi e LeU. La stessa cosa accade tra le opposizioni, con gli “azzurri” che hanno posizioni diverse rispetto ai “sovranisti” loro alleati. In questo contesto, il presidente del Consiglio ha promosso una riunione con gli Stati Generali dell’economia per trovare la “quadra”. A questo appuntamento, pero’, si arriva in ordine sparso, senza proposte concrete da sottoporre alle rappresentanze del mondo industriale, sindacale e sociale. E il rischio che si corre – un rischio davvero forte – e’ che alla fine si decida in base all’improvvisazione, con una serie di interventi a pioggia che disperderanno in mille rivoli i miliardi europei e che non porteranno a quelle riforme necessarie per dare un volto moderno al nostro Paese. E cosi’ si sara’ persa un’occasione storica per riportare l’Italia tra i grandi del mondo. Speriamo che cio’ non accada e che invece da questo appuntamento si trovi un quadro d’insieme che ci faccia vivere un nuovo Rinascimento.

Giuseppe Leone


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