Ambiente

Italia maglia nera per gli F-gas, da Carel Industries 2,6 milioni di investimenti per la sostenibilità

di Giancarlo Cartocci -


L’Italia è il Paese che più contribuisce, con il 17% delle emissioni dovute a refrigerazione e aria condizionata, alla diffusione degli F-gas a livello europeo, seguita a ruota da Francia (16%), Regno Unito (12%) e Germania (10%). Una maglia nera alla quale si aggiunge anche quello nelle emissioni legate alla refrigerazione commerciale (26%). Lo rileva il Report “Rinfreschiamoci senza riscaldare il Pianeta 4.0 – I refrigeranti e il clima” di Legambiente che evidenzia che gli F – gas, i florurati sono i gas che circondano la nostra vita e sono tra le sostanze chimiche più persistenti e climalteranti, avendo una lunga vita in atmosfera e risultando il tipo di gas serra più potente e duraturo emesso dalle attività umane.

Un fattore, questo, che incide sensibilmente sulle strategie d’impresa delle aziende il cui core business è proprio quello delle soluzioni di controllo per il condizionamento dell’aria e della refrigerazione. Carel Industries, Gruppo leader in questo comparto, presenta oggi il suo Piano di Sostenibilità al 2024 puntando ad una traiettoria di sviluppo sostenibile attraverso azioni concrete.

Carel – altalenante il suo attuale andamento in Borsa con rialzi ma anche sedute difficili come quelle degli ultimi giorni – utilizza il suo concept Driven by the Future – Sustainability in action con soluzioni da adottare nelle unità finali come i banchi frigo che si trovano nei supermercati, le unità di trattamento dell’aria nei building commerciali o le pompe di calore ad alta efficienza nel settore domestico. Cioò attraverso due rotte: la massimizzazione dell’efficienza energetica con prodotti smart e interconnessi e un contributo significativo alla transizione verso gas refrigeranti naturali e con basso impatto inquinante, nella consapevolezza che oltre un quinto dell’energia consumata ogni anno è relativo alle applicazioni di riferimento del Gruppo e che i gas refrigeranti tradizionali (HFC), dispersi in atmosfera, possono produrre un effetto serra migliaia di volte più dannoso dell’anidride carbonica.

Da qui, per Carel, la definizione di una “mappa di materialità” che legge gli aspetti ESG (Environment, Social, Governance) più rilevanti per il Gruppo, estesa nel corso del 2020 con una attività di “stakeholder engagement” e il coinvolgimento di più di 870 portatori di interesse tra dipendenti, clienti, fornitori, investitori, associazioni di settore e comunità.

Il Piano punta a investire in questo percorso oltre 2,6 milioni di euro. Ambiziosi, gli obiettivi delle relative politiche ambientali: aumentare l’approvvigionamento di energia da fonti green, incrementando al 60% l’energia elettrica derivante da fonti rinnovabili già nel 2021; attuare interventi di relamping, con almeno il 3% di saving dell’energia elettrica consumata a partire dal 2021 e abbracciare il fotovoltaico entro il 2023, con impianti che condurranno ad un saving pari al 12%. Infine, raggiungere una disclosure sul 100% dei plant produttivi delle emissioni derivanti dal trasporto di merci prodotte.


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