Per Abbonati

ITALIA PORTO DI KIEV

di Cristiana Flaminio -


Il mare non bagna più l’Ucraina, ci pensa l’Italia a riaprire le vie del mare a Kiev. L’impegno del governo nelle parole del ministro delle imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, che vuole aprire un grande corridoio logistico che unisca il territorio ucraino ai porti di Trieste e di Venezia. Riprendendo l’antica vocazione mitteleuropea degli scali, specialmente quello giuliano, che furono quelli principali dell’Austria Ungheria. Le parole di Urso, a Radio Anch’Io su Radio1 riassumono un preciso impegno che, in realtà, sembra più lo svelamento di una strategia portuale da ribadire anche nei prossimi anni: “Noi stiamo già lavorando per mettere in campo, da subito, un corridoio logistico, infrastrutturale e portuale che consentirà ai porti di Trieste e di Venezia di diventare a breve i porti dell`Ucraina, che sono stati occlusi dalle navi militari russe”.
Quindi Urso ha aggiunto: “Il quadrante Europa di Verona la piattaforma logistica che può aiutare, sia per quanto riguarda l`import, sia per quanto riguarda le esportazioni di beni ucraini in Italia e in Europa. Il sistema italiano diventerà la piattaforma infrastrutturale logistica dell’Ucraina”. Insomma, se il mar Nero è offlimits, l’Adriatico si candida a diventare – grazie alla mediazione italiana – il nuovo sbocco marittimo di Kiev. Ma la strategia è a lungo termine. Il governo italiano, e non è un mistero, punta a recitare un ruolo importante nella fase di ricostruzione del Paese che avverrà quando la guerra, finalmente, finirà e le armi taceranno.
Adolfo Urso ha infatti spiegato che bisogna già parlare di ricostruzione, anche se c’è una guerra in corso. E ha affermato che occorre “innanzitutto per dare speranza, a chi vive sotto le bombe che ci sarà un domani in cui l’Occidente, l’Europa interverranno anche per aiutare a ricostruire il loro Paese. E poi perché c`è da fare da subito, il grande evento che stiamo organizzando qui in Italia riguarderà certamente le prospettive della ricostruzione del paese ma anche quello che da subito si può fare per aiutare l`economia e quindi l`Ucraina a reggere la sfida militare”. Il ministro ha aggiunto: “Mi riferisco per esempio ai raccolti della prossima primavera, che hanno bisogno di macchine agricole e anche dei terreni appena riconquistati. Ovviamente noi parliamo della ricostruzione ma c’è anche una parte dell`Ucraina che non è stata invasa e che deve continuare a produrre per mantenere la popolazione”.
La rete portuale italiana, dunque, sarà centrale nelle strategie, tanto a breve quanto a medio termine, elaborate dal governo italiano per il rilancio dell’economia. Nei giorni scorsi, il ministro alle politiche per il mare, Nello Musumeci, aveva promesso un piano per i porti entro luglio. “Una politica marittima in italia è stata trascurata per lungo tempo – ha spiegato Musumeci -. L’assenza di una strategia marittima appare sorprendente in un Paese che con 8mila chilometri di coste ha una chiara vocazione marittima. In virtù di queste considerazioni, il Governo con la delega attribuitami, si è posto come obiettivo per il prossimo futuro quello di elaborare un indirizzo strategico, una politica integrata per una visione d’insieme, da promuovere con il Piano del mare affidato alla Conferenza interministeriale, redatto entro luglio. L’anno successivo, entro il mese di maggio, una relazione dovrà esplicitare il fatturato e l’applicazione di quanto previsto dal Piano per il mare”.

Torna alle notizie in home