Attualità

Italiane nel firmamento della storia

di Gianluca Gioè -


Il fenomeno dell’esclusione e dell’emarginazione del mondo femminile dal flusso della storia affonda le radici nella notte dei tempi e ha irrimediabilmente compromesso la possibilità di entrare in contatto con mondi inesplorati, ridotti a brandelli da un’adamantina barriera di genere. Nel panorama desolato della discriminazione non sono comunque trascurabili vicende mirabili di donne eccezionali che hanno avuto l’occasione e la tempra per ritagliarsi un ruolo di primo piano in ambiti in cui la grandigia maschile ha dominato incontrastata in saecula saeculorum. Elena Lucrezia Cornaro Piscopia, attiva nel XVII secolo e appartenente ad una nobile famiglia veneziana, fu la prima donna italiana ad aver conseguito la laurea in filosofia: era il 25 giugno 1678 e a Padova veniva posta la prima pietra del lungo e tortuoso cammino delle donne verso il conseguimento di titoli accademici. Quale arcano mistero si nasconde dietro il raggiungimento di un traguardo così prestigioso?

Si trattò in realtà di un desiderio di gloria del padre della giovane Elena che contribuì ad alimentare una ‘sana’ propaganda a favore della famiglia. La laurea di Lucrezia non segnò affatto una tappa significativa verso l’affrancamento dal giogo patriarcale nè fu salutata come prodromo di indipendenza e autonomia intellettuale femminile. Bisognerà attendere il secolo successivo perché si possa considerare la laurea di una donna quale momento di coronamento di un’ambizione personale. Mentre infatti ad Elena Cornaro, pur in possesso di un titolo così rilevante, era stata preclusa la strada dell’insegnamento, fu la bolognese Laura Bassi, laureatasi nel 1732, a potersi fregiare, per prima in Italia, del titolo di docente universitaria di Fisica sperimentale presso l’Ateneo Alma Mater di Bologna, insegnandovi dal 1776 fino alla morte, sopraggiunta solo due anni dopo, nel 1778.

Non meno scandalo destò una ragazza di 15 anni, Cristina Roccati, che dal piccolo paese di Rovigo aveva osato recarsi presso l’Università di Bologna, arrivando a tagliare il traguardo di terza donna italiana laureata: correva l’anno 1751 e Cristina aveva appena 19 anni. Dal 1752 insegnerà Fisica per più di vent’anni all’Accademia dei Concordi nel suo borgo natìo. Nel 1896 sarà la volta di Maria Montessori, che conseguirà il titolo di dottoressa in medicina presso l’Università La Sapienza di Roma e darà un contributo fondamentale alla pedagogia sperimentale, elaborando un metodo incentrato sulla figura dell’educatore come soggetto atto a creare attorno al bambino un ambiente di apprendimento stimolante. Trascorse la vita a formare insegnanti secondo il suo metodo.

Tale fu il suo riconosciuto prestigio da meritare, unica donna in Italia, l’effigie sulla banconota da 1.000 lire. Senz’altro da annoverare nel florilegio degli ingegni femminili la mai dimenticata Rita Levi Montalcini (fu proprio lei a desiderare che le fosse attribuito anche il cognome materno Montalcini), tra le scienziate più note del Novecento, il cui motto “Il corpo faccia quel che vuole, io sono la mente” si staglia nelle coscienze a imperitura memoria di quanti oggi inneggiano all’apparire piuttosto che all’essere. La scienziata dovette superare le resistenze di un padre ancora in preda all’ imperante mentalità dell’epoca in base alla quale non si addiceva ad una donna una carriera nel mondo delle scienze. Rita, nonostante l’aperta ostilità paterna, giunse a laurearsi in medicina nel 1936. Sarà il 1986 l’anno in cui conseguirà, prima donna in Italia, il premio Nobel per la medicina grazie alle sue ricerche sul fattore di crescita e
differenziazione delle cellule nervose.

Ha brillato di luce propria anche l’astrofisica fiorentina Margherita Hack. La scienziata si era laureata nel 1945 con una tesi di astronomia su una Cefeide. Dopo un lungo periodo di esperienze all’estero approdò a Trieste, risultando vincitrice della cattedra di Astronomia all’università. Fu la prima donna a potersi fregiare del ruolo di direttrice dell’osservatorio astronomico del capoluogo friulano dal 1964 al 1987 innalzandolo a meta di studiosi provenienti da ogni angolo del mondo e divenendo lei stessa figura di rilievo nel panorama planetario.

Ad oggi l’unica donna italiana ad aver ricevuto il premio Nobel per la letteratura nel 1926 è la nuorese Grazia Deledda. Samantha Cristoforetti è stata la prima donna nello spazio a cavallo tra il 2014 e il 2015, rimanendovi per 199 giorni. Amalia Ercoli Finzi è stata invece la prima donna italiana a conseguire la laurea in ingegneria Aeronautica presso il Politecnico di Milano nel 1962, dando lustro all’Italia nel mondo. Nel 2015 l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha istituito la Giornata delle donne e delle ragazze nella scienza ed ogni 11 febbraio se ne celebra nel mondo l’importanza, nella speranza che si possa al più presto superare definitivamente l’odiosa disparità di trattamento durata nei secoli, a parziale risarcimento di quanto ingiustamente perpetrato a danno delle donne.


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