Economia

Iudicone: “Fotovoltaico, così perdiamo la sfida con la Cina”

di Angelo Vitale -


Rinnovabili sempre più accelerate in Italia. Il governo sta spingendo sulle autorizzazioni: il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin guarda al raggiungimento di 3 GW durante l’anno scorso e a quadruplicare fino a 12-13 GW questo risultato durante il 2023.
Ma si alza anche la voce di chi rileva inceppi e freni in una manovra che non appare condivisa. Nel 2003 Daniele Iudicone ha fondato a Latina IMC Holding, una realtà che opera per l’indipendenza energetica di abitazioni private e pmi. Parte del Gruppo, Fotovoltaico Semplice, leader in Italia nel fotovoltaico residenziale, che è cresciuto in 2 anni grazie agli incentivi da 13 a un fatturato di 50 milioni nel 2022.
Un brand che impiega moduli fotovoltaici Quantico e batterie di accumulo Qcore di proprietà, interamente prodotti in Italia. Un elemento che dovrebbe essere considerato un valore. Invece cosa succede?
La spinta del Governo sta semplificando la realizzazione di grandi impianti mentre in moltissime aree urbane, non solo i centri storici, vigono procedure paesaggistiche molto lente e farraginose da gestire, che bloccano di fatto l’avanzata del fotovoltaico residenziale. Sulla produzione, poi, siamo abbastanza indietro: molti dei nostri concorrenti preferiscono comprare all’estero. Se si guarda l’offerta attuale del mercato italiano, il 90% delle soluzioni fotovoltaiche proposte impiega moduli di produzione asiatica. E c’è pure un altro aspetto da non sottovalutare, quello occupazionale. Secondo Assosomm e Censis, entro il 2026 fotovoltaico ed eolico creeranno in Italia 150mila nuovi posti di lavoro. Ma l’assenza di professionisti qualificati rischia d’imporre una brusca frenata alla transizione green nazionale. Manca la manodopera qualificata di installatori di impianti fotovoltaici, ingegneri, progettisti fotovoltaici e periti elettronici. C’è carenza anche di competenze professionali legate alla vendita e di figure chiave, consulenti e project manager. La formazione dei professionisti energetici dovrebbe iniziare negli istituti professionali, magari con corsi ad hoc, o tramite corsi di specializzazione post-scolastici. Si tratta di lavori molto qualificati che subiranno incrementi enormi nei prossimi anni e decenni. Rappresentano, a tutti gli effetti, un solido investimento per il futuro.
Qual è in concreto il gap dalla produzione asiatica che ci insidia? Quali sono e perché, i Paesi che primeggiano nel comparto che ci tiene distanti?
La Cina tiene distanti tutti gli altri Paesi anni luce in tantissimi settori. La ragione primaria riguarda i costi di produzione bassissimi, a partire dalla manodopera. I prezzi con cui vengono commercializzati i pannelli asiatici in Europa sono inevitabilmente molto più competitivi rispetto al prezzo di vendita di prodotti realizzati in Italia e in Europa. Il comparto fotovoltaico sta godendo di una spinta particolare da parte del governo cinese, per far crescere la produzione e rendere buona parte del mondo dipendente dai loro prodotti. Per questo Macron nei giorni scorsi ha incontrato le istituzioni cinesi per cercare di riequilibrare i rapporti ed evitare ripercussioni sulle esportazioni di materiale fotovoltaico in Francia e in Europa.
Quali sono, invece, i reali impedimenti che frenano gli investimenti di brand come Fotovoltaico Semplice all’estero?
Solo con il Superbonus ci sono stati, se non erro, 18 modifiche ai decreti in corso d’opera, un fattore di grande instabilità. Poi, i blocchi alla cessione del credito hanno paralizzato il settore. La nostra azienda, come le altre del comparto, è impegnata oggi nel proteggere i nostri investimenti, rimettendo ordine nel caos generato dalle modifiche legislative. E i cassetti fiscali sono pieni di crediti da recuperare, mentre le banche non hanno ancora ripreso ad acquistarli in modo massiccio: questo genera carenza di liquidità, che blocca gli investimenti futuri. Era per esempio nostro obiettivo sbarcare quest’anno in Spagna, Paese all’avanguardia per le rinnovabili, grazie a incentivi stabili nel tempo: la formula adottata lì prevede che sia lo Stato stesso, quando un cittadino si dota di pannelli fotovoltaici, a riconoscere il 40% dell’importo totale direttamente all’azienda installatrice. Ma la situazione attuale ci impone uno stop di almeno 12 mesi per questo passo. Abbiamo più che mai bisogno di una visione più strategica e a lungo termine sulle rinnovabili che vada a cancellare i continui cambiamenti che creano instabilità e ostacoli.


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