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Economia

Jonella Ligresti fa causa a Nagel: 20 milioni per il papello del 2012

Ritorna in primo piano il documento che dettava le condizioni per l'uscita di scena nella fusione tra Fondiaria-Sai e Unipol

di Angelo Vitale -

Salvatore Ligresti con la figlia Jonella in una immagine del 26 settembre 2010


Jonella Ligresti, figlia primogenita di Salvatore Ligresti, ha avviato una causa civile contro l’ex amministratore di Mediobanca Alberto Nagel.

Jonella Ligresti fa causa a Nagel

L’ex presidente di Fondiaria Sai e figura di spicco nel settore assicurativo e immobiliare, ha ricoperto incarichi di alto livello nelle società di famiglia, tra cui la presidenza della SAI e successivamente di Fondiaria Sai. Nel 2007 divenne la prima donna nel consiglio di amministrazione di Mediobanca.

Nel 2013 affrontò un lungo calvario giudiziario, arrestata con l’accusa di falso in bilancio e aggiotaggio informativo nell’ambito dell’inchiesta sulla compagnia assicurativa Fonsai.

Dopo quattro mesi di carcere e otto di domiciliari, la condanna in primo grado a 5 anni e 8 mesi nel 2016 poi annullata in appello nel 2019, con successivo proscioglimento totale nel 2021 per insussistenza delle prove.

Ora, la causa civile contro Alberto Nagel, chiedendo un risarcimento di oltre 20 milioni di euro legato a un accordo noto come “papello”, un documento del 2012 riguardante la fusione tra Fonsai e Unipol e le condizioni favorevoli alla famiglia Ligresti che non si sarebbero concretizzate.

Il papello del 2012

Datato 17 maggio 2012, scritto a mano da Jonella Ligresti e siglato da Alberto Nagel che – si disse – lo aveva datato, e da Salvatore Ligresti.

Nagel era allora amministratore delegato di Mediobanca, il documento fissava le condizioni economiche della famiglia Ligresti per uscire di scena dalla fusione tra Fondiaria-Sai e Unipol.

Il contenuto principale del papello prevedeva richieste economiche complessive di circa 60 milioni di euro.

Somme così suddivise: 45 milioni di euro netti complessivi, 700mila euro all’anno per cinque anni ciascuno, innanzitutto per i tre figli di Ligresti: Jonella, Giulia, Paolo.

Il documento prevedeva pure consulenze e buonuscite per i figli Ligresti, l’uso gratuito di uffici e foresterie a Milano e del Tanka Village in Sardegna per la famiglia.

In generale, condizioni come una sorta di “buonuscita” per far uscire la famiglia dal controllo della compagnia assicurativa. Ma Mediobanca ha sempre sostenuto che quel documento non fosse un contratto vincolante, bensì una lista di desideri o promesse non formalizzate.

Un papello custodito come documento segreto in una cassaforte e che ha negli anni suscitato polemiche e accuse di mancata trasparenza verso le autorità di vigilanza, in particolare la Consob.


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