Esteri

LA BATTAGLIA DI KIEV

di Redazione -


Le forze armate russe proveranno a conquistare Kiev a febbraio o marzo. E’ quanto sostiene il capo delle forze armate ucraine, il generale Valery Zaluzhny, nel corso di un’intervista all’Economist. “I russi stanno preparando circa 200mila nuove truppe. Non ho dubbi che faranno un altro tentativo a Kiev”, ha detto il generale, aggiungendo che “anche se i riservisti non sono ben equipaggiati, potrebbero rappresentare un problema”. Zaluzhny ha spiegato che i generali hanno già calcolato di quanti carri armati, artiglieria e soldati hanno bisogno per respingere l’assalto alla capitale.
La città di Kherson è rimasta completamente al buio dopo i raid aerei russi. A denunciarlo è stato il capo dell’amministrazione militare regionale, Yaroslav Yanushevich, precisando su Telegram che al momento nessun impianto elettrico funziona in città.
La giornata di ieri è stata pesantissima per Donetsk. La città è bersagliata quasi quotidianamente dalle truppe di Kiev. “E’ stato il peggior attacco dal 2014”, ha dichiarato su Telegram il sindaco Aleksey Kulemzin. “Quaranta razzi da BM-21 ‘Grad’ MLRS sono stati lanciati contro i civili nella nostra città”, ha denunciato il primo cittadino.
Il consigliere del capo ad interim della DPR, Igor Kimakovsky, ha lanciato un’accusa precisa su Solovyov Live: “Questi sono missili MLRS della NATO, cechi. Questo è un ‘Grad’ modernizzato e missili con una migliore penetrazione”. Secondo gli ultimi rapporti, sono rimaste ferite nove persone, tra cui un bambino di dieci anni. Un uomo ha perso la vita.
Una base aerea russa a Kursk, nel territorio della Federazione, è stata colpita nella tarda serata di mercoledì da un “drone non identificato”. A darne notizia è stato Anton Gerashchenko, consigliere presidenziale di Volodymyr Zelensky.
Putin ha dato ampio risalto all’installazione di un missile balistico intercontinentale Yars nella regione di Kaluga. L’arma è in grado di sferrare un attacco nucleare a 10mila chilometri di distanza. L’evento è stato immortalato in un video diffuso dal ministero della Difesa di Mosca in vista della “Giornata delle forze missilistiche strategiche”.
Mosca ha ricevuto una dichiarazione ufficiale di scuse dal Vaticano per le parole di Papa Francesco su ceceni e buriati. “L’incidente è chiuso”, ha annunciato ieri la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova.
Zakharova ha riferito dell’arrivo di una comunicazione del Segretario di Stato della Santa Sede, Pietro Parolin, in cui si dice che “il Vaticano si scusa con la parte russa, la Santa Sede ha profondo rispetto per tutti i popoli della Russia, la loro dignità, fede e cultura, così come per gli altri Paesi e popoli del mondo”.
Il portavoce vaticano Matteo Bruni ha confermato che “ci sono stati contatti diplomatici” con la parte russa “in riferimento alle parole riferite dalla parte russa sulle scuse del Vaticano”.
E’ sempre più ampio e profondo, invece, lo strappo con Roma. Gli ambasciatori in Italia della Federazione russa e della Bielorussia non sono stati invitati all’incontro di oggi al Quirinale tra il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e il Corpo diplomatico accreditato nel nostro Paese, per il tradizionale scambio degli auguri natalizi. La decisione del ministero degli Esteri è stata condivisa con gli altri Paesi europei occidentali.

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