Economia

La bolletta che non c’è

di Cristiana Flaminio -


Bollette anche agli utenti che avevano cambiato fornitori. Stangata dell’Antitrust alle compagnie telefoniche che, nonostante il recesso, continuavano a mandare fatture ai consumatori. La somma totale che l’autorità garante per la concorrenza e per il mercato ha imposto di pagare agli operatori delle telecomunicazioni ammonta, complessivamente, a un milione di euro. In particolare, l’Antitrust ha comminato una sanzione da 400mila euro a Vodafone, un’altra da 300mila euro a Wind Tre mentre Telecom dovrà sborsarne 200mila e Fastweb sarà costretta a pagarne 100mila. Le multe arrivano dopo che l’authority ha scoperto le cattive pratiche delle compagnie telefoniche che non esitavano a mandare fatture agli ex clienti, anche se avevano esercitato il diritto di recesso o erano già passati a un altro operatore. In questo caso, secondo quanto ha appurato l’authority, ai consumatori sarebbero arrivate addirittura due bollette alla volta: una dal nuovo operatore, l’altra dalla vecchia compagnia.
I fatti, stando ai rilievi dell’Agcm, si sarebbero verificati “almeno” da gennaio 2020 ma non è escluso che condotte simili possano essere state poste in essere anche da prima del periodo sottoposto a indagine dall’Antitrust. “La illegittima prosecuzione della fatturazione, dopo la richiesta di cessazione del servizio, è riconducibile ad anomalie e a disallineamenti tecnici tra i sistemi di gestione informatici del processo interno di ciascuna società, rispetto ai quali le stesse, anche se in misura diversa, non hanno adottato efficaci meccanismi di controllo e di intervento tempestivo”, spiega l’Antitrust. Che, dopo aver irrogato le sanzioni, ha concesso novanta giorni alle compagnie interessate per cessare questo genere di comportamenti commerciali e dare prova di aver inaugurato un nuovo corso. Di fronte alla pronuncia dell’Antitrust, i consumatori si dividono. Il presidente Udicon Martina Donini applaude alla scelta: “. Ci auguriamo che le aziende provvedano ad impostare i propri sistemi con migliori automatismi che si attivano al cessare del rapporto contrattuale con il cliente finale. Disdire un contratto dovrebbe voler significare sempre e direttamente lo stop alla fatturazione”. E dunque: “La sanzione di oggi deve suonare come un monito per il mercato: occorre avere cura del cliente non solo quando c’è da pagare. Bisogna garantire la piena trasparenza anche quando il rapporto contrattuale cessa, il tutto all’insegna della massima regolarità”. Il Codacons, invece, è più scettico: “Le sanzioni sono del tutto irrisorie e hanno come unica conseguenza quella di ’fare il solleticò» ai colossi della telefonia”, tuona il presidente, Gianluca Di Ascenzo: “Da tempo il Codacons denuncia all’ Antitrust le pratiche scorrette messe in campo dai gestori verso gli utenti che cambiano operatore e continuano a ricevere fatture per servizi non fruiti, oppure richieste di pagamento che arrivano per utenze cessate da tempo, pratiche che spingono i consumatori a pagare le fatture anche se illegittime, nel timore di subire ripercussioni e per evitare di incorrere in controversie legali, e che arricchiscono le tasche delle società telefoniche”. Per le compagnie, secondo Codacons: “l’entità irrisoria delle sanzioni applicabili all’Antitrust spinge le compagnie telefoniche ad inserire in bilancio le multe dell’Autorità come ordinario rischio di impresa, nella consapevolezza che le pratiche scorrette porteranno loro incassi superiori al valore delle sanzioni”.


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