Attualità

La bonifica a Taranto, Vito Uricchio: “Un percorso da fare nel rispetto di tutti”

di Federico Tassinari -


Vito Uricchio, commissario straordinario per la bonifica di Taranto. Lei ha detto che si deve lavorare sulla “cultura” della bonifica..ci può meglio definire il principio?
Il settore delle bonifiche è un ambito ad alta intensità scientifica, in cui è necessario operare attivando percorsi multidisciplinari. Siamo nella società della conoscenza ed ogni scelta è giusto che si basi sulla conoscenza scientifica e sull’analisi dei dati, tanto più che oggi disponiamo di immense moli di dati che ci derivano dalle immagini satellitari, dai tanti sensori e devices e dalle tante progettualità che hanno portato ad approfondire aspetti specifici. La digitalizzazione è un vettore straordinario di conoscenza ed un catalizzatore di relazioni, che tuttavia va opportunamente ed attentamente gestito. Queste premesse ci consentono di puntare alla creazione di una “cultura della bonifica” che passa attraverso aspetti di approfondimento scientifico, possibili anche con la partecipazione ad importanti eventi come RemTech Expo e Taranto Eco Forum, ma anche incontri sui territori. E’ fondamentale educare i cittadini e, soprattutto i più giovani, ad abitare il mondo in un modo diverso.
Il convitato di pietra è sempre l’ex Ilva: quanto incide sulla bonifica?
La grande industria siderurgica ha contribuito all’inquinamento tuttavia le tecnologie moderne consentono di rendere più sostenibile e meno impattante qualsiasi insediamento industriale e su questo occorrerebbe lavorare. A Taranto si sta immaginando una rivoluzione verde con progettualità come la Green Belt ed il progetto Filiere verdi. La piantumazione di una selezione di alberi o essenze vegetali, consente di abbattere fino al 50% le polveri sottili, di abbattere la contaminazione nell’acqua e nel suolo.
Si è parlato tanto di Sin e Mare piccolo…
La bonifica del Mar Piccolo è chiesta a gran voce dall’intera comunità tarantina, dai mitilicoltori, dal mondo scientifico, dall’industria del turismo, dai cittadini. Purtroppo, è rientrato nel “Sito di Interesse Nazionale di Taranto” a causa dell’accumulo di sostanze inquinanti nelle sue acque. Fortunatamente, a causa della sua sorprendente resilienza, ha conservato sino ad oggi un patrimonio naturalistico di inestimabile valore, con caratteristiche di assoluta unicità e presenta un’elevata biodiversità. Purtroppo numerosi studi ed i hanno registrato la presenz di sostanze e composti che determinano potenziali rischi per la salute umana. Naturalmente qualsiasi azione di bonifica sarà pianificata e condotta con estrema attenzione, interpretando i principi di sostenibilità ambientale, economica, sanitaria, produttiva ed etica.
Taranto Eco Forum e non solo. Come si potrebbero coinvolgere le nuove generazioni, cominciando dalle scuole?
E’ stata una straordinaria occasione di confronto, di dialogo, di libera circolazione del valore, veicolato dalle Istituzioni, dalla imprese, dal mondo scientifico, dai professionisti, dalle associazioni, dai sindacati, dai cittadini. Sappiamo che partecipazione e unità sono essenziali per la coesione. Le giornate Tef hanno dimostrato che il lavoro congiunto può condurre a costruire assieme alle istituzioni riducendo i divari, le distanze e sollecitando i progressi. Diminuire anche le distanze nella possibilità di esercizio dei diritti: perché anche oggi tra realtà urbane e aree interne o addirittura tra quartieri diversi delle stesse città, non sempre i diritti e i servizi riescono ad essere assicurati in maniera eguale.Per il resto tengo molto al coinvolgimento delle nuove generazioni e delle scuole.Qualsiasi politica può essere effettivamente efficace solo attraverso il coinvolgimento dei cittadini e delle scuole. Tuttavia, accanto, ai percorsi di educazione ambientale, devono trovare spazio e legittimazione le azioni finalizzate alla sensibilizzazione e alla diffusione delle informazioni e dei dati ambientali.
Troppo spesso occorre fare i conti con risorse scarse. A che punto siamo a Taranto?
Credo che l’attuale sia un periodo particolarmente fortunato per la disponibilità di risorse anche specificamente dedicate alla transizione giusta del territorio di Taranto. Per tale motivo sono ottimista e auspico che attraverso una fattiva e concreta collaborazione che coinvolge i vari livelli istituzionali, si possano realizzare risultati ambiziosi. Sappiamo bene che la transizione ecologica non è obiettivo ma è un percorso, ed io aggiungo un percorso che deve essere lastricato di buone idee e di comportamenti sostenibili. Le interlocuzioni avviate con il Governo e con i Parlamentari del territorio, con la Regione, con i Comuni e con le Istituzioni, mi rendono fiducioso anche sulla disponibilità di risorse da destinare alla bonifica, riqualificazione ed ambientalizzazione di Taranto.


Torna alle notizie in home