Attualità

La camorra dei giovani: a Napoli 16 arresti

di Angelo Vitale -


Tutti giovani, tutti pericolosi e dediti all’uso spregiudicato delle armi abbracciando logiche organizzative e di controllo del territorio che costringono ogni analisi ad abbandonare facili e ormai logore definizioni come quella della tradizionale baby gang che ad ogni latitudine geografica si dedica alla spicciola microcriminalità: a Napoli una vasta operazione di polizia ha portato all’arresto di 16 giovani, tra cui sei minorenni, accusati di omicidi e altri gravi reati con modalità mafiose nei quartieri Sanità e Mercato. Modalità mafiose perché la Direzione Distrettuale Antimafia e la Procura minorile di Napoli sono convinte che sia labile nei gruppi sui quali si è indagato il confine con la camorra, con la criminalità organizzata tipica della Campania.

Le indagini erano partite dagli omicidi di Emanuele Tufano, 15 anni, e di Emanuele Durante, 20 anni, avvenuti tra il 2023 e il 2024. Le vittime erano state uccise con modalità tipiche della criminalità organizzata: armi da fuoco, agguati e una spietatezza che, secondo gli inquirenti, richiama le dinamiche dei clan camorristici. Gli investigatori hanno ricostruito i fatti grazie all’analisi di video di sorveglianza, intercettazioni e testimonianze, documentando anche l’ostentazione di armi da parte degli indagati sui social network e il collegamento tra i due delitti che per molte settimane furono oggetto delle cronache locali.

L’omicidio di Emanuele Tufano, sostiene la tesi accusatoria, fu commesso dal suo stesso gruppo criminale, che lo avrebbe eliminato temendo potesse diventare un problema per il clan. L’omicidio di Emanuele Durante, invece, più che un regolamento di conti per il suo coinvolgimento nel precedente delitto alla guida di uno scooter, sarebbe stato originato dalla necessità – qui il collegamento con le logiche camorristiche – di affermare il dominio del gruppo sulla zona dei quartieri interessati dalle sue azioni.

Gli arrestati sono accusati, a vario titolo, di omicidio, tentato omicidio, porto e detenzione di armi da fuoco, e di aver agito con l’aggravante del metodo mafioso. Gli inquirenti, nel corso di una conferenza stampa, hanno voluto sottolineare l’età molto giovane dei presunti responsabili e la loro pericolosità, evidenziando come sia diventato pervasivo nel capoluogo campano il fenomeno di organizzazioni criminali di questo tipo.


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