Politica

La campagna elettorale entra nel vivo, anche tra alleati

di Lino Sasso -

I vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani


Si entra nel vivo della campagna elettorale per le europee e il clima si fa sempre più caldo, anche tra alleati. L’assenza di coalizioni nella corsa dei partiti all’Europarlamento si fa sentire nella dialettica che anima il confronto politico e la competizione elettorale che, dopo il voto, potrebbe ridelineare gli equilibri all’interno della maggioranza. Se a sinistra la fine del campo largo si è avuta già nei mesi scorsi per le contrapposizioni tra Pd e Movimento 5 Stelle che hanno portato i due partiti a decidere di correre l’uno contro l’altro anche in occasione delle amministrative e delle regionali, come nel caso di Bari e del Piemonte, nell’altro schieramento il confronto è tutto tra Lega e Forza Italia. I sondaggi danno i due partiti su percentuali simili ed è evidente che l’obiettivo di entrambi sia quello di raccogliere i consensi necessari ad affermarsi come seconda forza del centrodestra dopo Fratelli d’Italia. Nonostante da entrambe le parti secondo la versione ufficiale non c’è alcuna competizione tra partiti alleati in Italia – ma distanti in Europa – perché, si tende a precisare, la gara è contro gli avversari di sempre, avvero la sinistra, già ieri il dibattito si è fatto più animato. Il segretario azzurro Antonio Tajani, ospite di un evento pubblico, si è detto soddisfatto per la linea tenuta dalla Lega sull’espulsione dell’Afd dal gruppo Identità e Democrazia, del quale fanno parte sia il partito di Salvini che quello della Le Pen. Il numero uno di Forza Italia ha poi voluto precisare che “il problema non è solo Afd ma anche il Rassemblement National. La Le Pen vuole uscire dalla Nato, non è certo un’europeista”. La reazione degli alleati del Carroccio non si fa attendere e fonti del partito fanno sapere di ritenere “sorprendente che l’amico Antonio Tajani preferisca il bellicista Emmanuel Macron a Marine Le Pen, come è sorprendente che l’altro giorno abbia criticato lo slogan della Lega ‘meno Europa’, visto che era la parola d’ordine scelta anche da Silvio Berlusconi per la campagna elettorale delle elezioni del 25 maggio 2014, quando l’attuale ministro degli Esteri era commissario europeo”. Una bordata a cui segue la controreplica di Forza Italia, anche in questo caso affidata alla formula ‘fonti’ di partito, che rimprovera alla Lega di sbagliare, perché lo slogan di Berlusconi non era “meno Europa”, ma “Meno Europa in Italia, più Italia in Europa”. Appena compiuti i primi passi dai blocchi di partenza di questa campagna elettorale una cosa è certa, Silvio resta protagonista anche di questo primo test nazionale dalla sua scomparsa che si fa sentire soprattutto nei rapporti tra i partiti di centrodestra.


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