La carenza di infermieri, ne mancano fino a 175mila: oltre 40mila quelli stranieri in Italia
In Italia operano 400mila infermieri: il dato diffuso dalla Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche in occasione della Giornata mondiale della professione è significativo ma dice pure una carenza salita a livelli estremi. Secondo la stessa Fnopi che cita la Ragioneria dello Stato, questa carenza è di 65mila unità, appesantita dalla “gobba pensionistica” che monta l’addio al camice, dal 2023 al 2033, per circa 110mila operatori.
Però c’è chi dice che queste sono cifre al ribasso. Nursing Up sostiene che “secondo l’ultimo rapporto Health at a Glance: Europe 2024, pubblicato dall’Ocse, in Italia sono presenti circa 6,5 infermieri ogni 1.000 abitanti, a fronte di una media europea pari a 8,4. Alla luce di questi dati, il fabbisogno complessivo per un allineamento agli standard europei può essere stimato in almeno 175mila unità aggiuntive. La cifra dei “65mila infermieri mancanti” appare riferibile alla memoria della Corte dei Conti sul Documento di economia e finanza (Nadef) 2022, che sulla base di rilevazioni Istat aggiornate al 2020, evidenziava una grave sottostima del personale infermieristico rispetto agli standard internazionali. Si tratterebbe, pertanto, di stime datate, oggi superate dai più recenti indicatori internazionali”.
Una emorragia non solo italiana. Dal 2020, nel mondo, il numero di infermieri è cresciuto del 7% passando da 27,9 milioni del 2018 ai 29,8 del 2023 ma ne mancano ancora 5,8 milioni per rispondere al bisogno di salute della popolazione globale, secondo il rapporto State of the World’s Nursing 2025 pubblicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dall’International Council of Nurses.
In Italia – ma anche altrove – per far fronte a questa carenza si fa da tempo ricorso agli infermieri stranieri, cresciuti del 47% negli ultimi 5 anni: alla fine dello scorso mese sono stati contati in 43.600, arrivati principalmente da Romania (12mila), Polonia, Albania, India e Perù, stabilizzatisi principalmente in Lombardia, Veneto, Piemonte, Friuli Venezia Giulia e Campania. Non succede solo da noi, anche Francia, Germania e Regno Unito ricorrono agli infermieri stranieri.
Per il ministro della Salute Orazio Schillaci “non è solo un problema di retribuzione economica. Bisogna prevedere percorsi che rendano possibili e agevoli prospettive di carriera per ridare attrattività alla professione”. Perciò il governo ha spinto con “misure sulla libera professione per chi lavora nel servizio pubblico, indennità per chi è occupato nell’emergenza urgenza e detassazione degli straordinari”.
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