Esteri

La Cina minaccia gli Usa: “Cambino linea o ripercussioni catastrofiche”

di Martina Melli -

Xi JINPING (President of the People's Republic of China)


Dopo l’incidente diplomatico dei palloni aerostatici abbattuti dai caccia americani, sale ancora la temperatura tra Pechino e Washington.
Il nuovo Ministro degli Esteri, Qin Gang, che fino a tre mesi fa era ambasciatore della Cina negli States e dunque punto di convergenza tra diplomazia asiatica e americana, durante la sua prima conferenza ufficiale ha usato parole particolarmente aggressive nei confronti della controparte occidentale. “Se gli Usa non si fermano e vanno avanti su questa rotta, ci saranno sicuramente conflitti e scontri”, ha tuonato il ministro riferendosi alla crescita economica e all’affermazione della Cina in quanto superpotenza mondiale. “Chi ne pagherà le catastrofiche conseguenze?”.
Non solo minacce: Qin Gang ha delineato l’agenda di politica estera per i prossimi anni, presentando la Cina e le sue relazioni con la Russia come un faro di forza e stabilità, e gli Stati Uniti e i loro alleati come fonte di tensione e conflitto.
Qin ha difeso la vicinanza tra Cina e Russia, una relazione costantemente monitorata dall’Occidente alla luce della guerra in Ucraina. “Più il mondo diventa instabile, più è imperativo per Cina e Russia far progredire le proprie relazioni”.
Secondo il Ministro, gli Usa vogliono surclassare la Cina, non attraverso un conflitto diretto “ma attraverso il contenimento e la soppressione a tutto campo, un gioco al massacro in cui tu muori e io vivo”. Una politica che, però, “non renderà grande l’America e non fermerà il rinnovamento della Cina”.
Le dichiarazioni di Qin sono in linea con un recente discorso di Xi Jinping ai delegati, in cui il leader ha denunciato la cosiddetta “soppressione”guidata dagli Stati Uniti. I rapporti col Congresso si sono deteriorati bruscamente negli ultimi anni e gli sforzi per ripararli sono deragliati all’inizio di quest’anno, quando il Pentagono ha dato l’ordine di abbattere il presunto pallone spia che volava nel loro spazio aereo. La Cina insiste si sia trattato di un incidente e punta il dito contro la reazione bellicosa ed eccessiva degli americani. Qin insomma, ritiene gli Usa responsabili di aver incrinato i rapporti, in particolare con la vicenda del pallone, le tensioni su Taiwan, gli equilibri nell’Indo-Pacifico, la guerra commerciale e la guerra in Ucraina. Per il Ministro, infatti, la guerra in Ucraina sembra essere stata guidata da “una mano invisibile, una mano che l’ha usata per servire agende geopolitiche più alte”, avallando il protrarsi e l’escalation del conflitto.
La Cina si è inizialmente presentata come pacificatrice nello scontro, ma ha, in pratica, sempre sostenuto la Russia. Qin non ha risparmiato alcuna critica, alludendo anche al fatto che gli Stati Uniti, strenuamente “a difesa” della sovranità e dell’integrità territoriale dell’Ucraina, stanno in realtà agendo con grande ipocrisia. Esempio: quando accusavano la Cina di prendere in considerazione l’armamento della Russia mentre loro già armavano Taiwan. “La questione di Taiwan è il fondamento delle basi politiche delle relazioni USA-Cina e la prima linea rossa che non deve essere attraversata nei rapporti diplomatici”, ha affermato.
La conferenza stampa di Qin ha infine esposto i piani di politica estera rispetto al nuovo mandato politico quinquennale, iniziato con la riconferma di Xi come leader del Partito comunista cinese nell’ottobre dello scorso anno, e con nuove nomine governative che saranno annunciate questa settimana. Qin ha evidenziato il ruolo della Cina come polo di stabilità e prosperità globale, ispirando la modernizzazione, in particolare nel sud del mondo. Ha detto che i risultati della Cina “sfatano il mito che la modernizzazione è occidentalizzazione”. Ha concluso dicendo che la Repubblica Popolare potrebbe offrire soluzioni ai grandi temi e alle grandi sfide, se solo non fossero sempre gli stessi a “monopolizzare il microfono”.


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