Cultura & Spettacolo

La complessità di un genio della musica

di Redazione -


“Beethoven. La straordinaria complessità di un genio” di Rocco Di Campli (Ed. Diarkos) è un viaggio per conoscere, nel 250° anniversario della sua nascita (1770) questo grande musicista, scandagliandone l’animo e le sfaccettature della complessa personalità. A partire dalla ritrattistica e dalle testimonianze di personaggi coevi, come Gioacchino Rossini, si conosce il Maestro, attraverso varie angolazioni: il quadro storico, le vicende politiche, le amicizie, gli amori, il coinvolgimento con gli ideali illuministi, gli slanci emotivi e gli influssi sui futuri romantici.

Per l’Autore di queste pagine, forse non arriveremo mai a comprendere pienamente i segreti messaggi celati nella musica di Beethoven, i suoi contrasti e le profonde contraddizioni esistenziali che caratterizzarono la sua vita. Le stesse contraddizioni sono, in fondo, come le rughe di un volto: ciò che ci permette di riconoscerlo, conferendo a esso quell’unicità necessaria a distinguerlo da ogni altro. La morte fisica (1827) ha cancellato l’involucro mortale – precisa Di Campli – ma non la sua forza, anzi lo fa vivere con maggiore intensità.

Nel volume tutti i riferimenti storici e quelli sull’opera di Beethoven sono documentati, come quello sulla “Sinfonia di Vittoria”, dedicata a re Giorgio IV di Hannover (che sedeva sul trono del Regno Unito) che fu, tuttavia, scritta per lodare la figura e l’impresa militare di Arthur Wellesley, duca di Wellington, il futuro trionfatore nella battaglia di Waterloo. Il duca aveva sconfitto Giuseppe Bonaparte, fratello di Napoleone, nella battaglia combattuta il 21 giugno 1813 nella città spagnola di Vitoria; o come quello per la “prima” della “Nona Sinfonia”, eseguita il 7 maggio 1824. La cosiddetta “Sinfonia Corale” è il capolavoro di Beethoven. Il successo è trionfale. Con questa Sinfonia, Beethoven ha riscritto la storia della musica. Di Campli scrive che il Maestro non può udire gli applausi, ma può osservare la scena: molti spettatori tirano fuori i fazzoletti di tasca o agitano cappelli in aria. Lo stanno osannando e omaggiando nel modo più genuino e immediato. E’ la consacrazione definitiva, irreversibile, di un mito che non tramonterà mai nella storia. A 12 anni Beethoven già componeva. A trentadue divenne sordo; ciò contribuì a imprimere nel suo animo una visione tragica della vita. Compositore fecondo, fu il più grande esponente del romanticismo musicale, rinnovando la sonata, il quartetto, la sinfonia. Dalla serena vena giovanile, la sua ispirazione passò a un eroico e tormentato titanismo, per acquietarsi al contatto con la natura. Compose nove Sinfonie (dal 1800 al 1823), l’opera teatrale “Fidelio”, concerti per pianoforte e orchestra, la “Sonata a Kreutzer” (per violino e  pianoforte), sonate per pianoforte (“Patetica”, “Chiaro di Luna”, “Appassionata”), quartetti, trii.

Varie parti del saggio sono completate con il riepilogo delle composizioni dell’anno di riferimento. Quelle relative all’anno 1808, per esempio, sono: Le Sinfonie n.5 e n.6 (Op.67 e 68), la Sonata n.3 (per violoncello e pianoforte, Op.69), Due Trii (Op.70), Fantasia Corale (per soli, coro e orchestra, Op.80) e Nostalgia. Tra le composizioni dell’anno 1814 “Fidelio” (Opera lirica, terza versione), Polonaise (Op.89), Sonata per pianoforte n.27 (Op.90).

Rocco Di Campli coltiva da tempo la passione per la musica sinfonica. La storia e le composizioni di Beethoven lo hanno sempre coinvolto. Ha tenuto conferenze sulla figura del grande musicista.

MD


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