Esteri

La Controffensiva ancora non si vede

di Ernesto Ferrante -


I vertici militari e civili ucraini tornano a pronunciare la parola “controffensiva”. “E’ tempo di riprenderci ciò che è nostro. Benedici la nostra offensiva decisiva!”, ha scritto il comandante in capo delle forze armate di Kiev, Valerii Zaluzhnyi, a commento di un video postato su Telegram che contiene una preghiera per la liberazione dell’Ucraina.
In un’intervista alla Bbc, Oleksiy Danilov, segretario del Consiglio nazionale di sicurezza e difesa, ha annunciato che il paese è pronto a sferrare il più volte ventilato contrattacco, che potrebbe avvenire “domani, dopodomani o tra una settimana”. Il governo ucraino, ha aggiunto Danilov, “non può permettersi di commettere errori” sulla decisione perché si tratta di “un’opportunità storica” che “non possiamo perdere”. Le forze armate di Zelensky, ha precisato, sferreranno l’assalto quando i comandanti avranno calcolato che si possa “ottenere il miglior risultato”. E alla domanda sulla prontezza dei soldati, ha risposto: “Siamo sempre pronti. Così come eravamo pronti a difendere il nostro paese in qualsiasi momento. E non è una questione di tempi. Dobbiamo capire che questa occasione storica che ci è stata data, da Dio, al nostro paese non possiamo perderla, così potremo davvero diventare un grande paese europeo indipendente”. “Sarebbe strano, ha poi osservato, se dovessi fornire le date di inizio di quello o quegli eventi. Non si può fare…Abbiamo un compito di grande responsabilità rispetto al nostro paese. E comprendiamo che non abbiamo il diritto di commettere errori”.
Stando a quanto riporta l’emittente britannica sul suo sito, il segretario del Consiglio nazionale di sicurezza e difesa è stata interrotto all’improvviso da un messaggio telefonico con cui il presidente Volodymyr Zelensky lo convocava ad un incontro dedicato proprio alla prevista operazione militare.
Il consigliere presidenziale ucraino Mikailo Podoliak al Guardian ha detto che si tratta di “un processo complicato e che non è una questione di un giorno o di una certa data o una certa ora. È un processo continuo di disoccupazione e in parte è già in atto, attraverso la distruzione delle linee di rifornimento o di depositi dietro le linee”.
Podoliak ha frenato sull’imminente inizio dell’attacco su vasta scala: “L’intensità sta aumentando, ma ci vorrà un periodo di tempo piuttosto lungo”.
Esplosioni sono state registrate a Berdyansk, città nell’oblast di Zaporizhzhia in mani russe. Secondo i media ucraini, sarebbe stata attaccata una base “nemica”.
Gli uomini della Wagner avrebbero iniziato a ritirarsi da alcune delle loro postazioni intorno a Bakhmut per essere utilizzati in altre azioni offensive nella regione del Donbass. Lo sostiene l’intelligence britannica nel suo ultimo rapporto quotidiano sulla situazione al fronte divulgato dal ministero della Difesa di Londra.
“Le forze del gruppo Wagner, vi si legge, hanno probabilmente iniziato a ritirarsi da alcune delle loro posizioni intorno alla città di Bakhmut, nel Donetsk. Il 25 maggio scorso, il capo di Wagner, Yevgeny Prigozhin, ha dichiarato che il ritiro delle sue forze da Bakhmut era iniziato e che il passaggio delle posizioni al Ministero della Difesa russo sarebbe proseguito fino al primo giugno. Anche il viceministro della difesa ucraino ha confermato l’avvicendamento di forze alla periferia della città”.
“A partire dal 24 maggio, prosegue il report, le cosiddette forze della Repubblica popolare di Donetsk sono probabilmente entrate in città per avviare le operazioni di sminamento. Nelle ultime settimane, elementi della 31ma brigata delle forze aviotrasportate russe si sono spostate dall’area di Svatove-Kreminna per andare a rafforzare i fianchi di Bakhmut”.
“Al 16 maggio le forze ucraine, conclude, avevano preso 20 chilometri quadrati alla periferia di Bakhmut. È probabile che la rotazione delle forze di Wagner continui per fasi in modo da prevenire il collasso nelle sacche intorno alla città. Nonostante le divergenze tra Prigozhin e il ministero della Difesa russo, le forze di Wagner saranno probabilmente utilizzate per ulteriori operazioni offensive nel Donbass”.
Mosca ha fatto sapere di aver intercettato due missili a lungo raggio Storm Shadow di provenienza britannica. La notizia è stata data dal ministero della Difesa russo nel suo briefing giornaliero. Oltre ai due Storm Shadow, sono stati abbattuti nelle scorse 24 ore anche quelli di fabbricazione statunitense Himars e Harm e 19 droni.
L’Ucraina ha chiesto al governo tedesco missili da crociera Taurus. Per il deputato cristianodemocratico Roderich Kiesewetter, che si è espresso in favore della fornitura, i missili guidati, con portata fino a 500 chilometri, consentirebbero alle truppe ucraine di “colpire l’infrastruttura militare russa molto dietro la linea del fronte”.
Un primo gruppo di circa 400 militari ucraini ha iniziato l’addestramento in Germania sui carri armati americani M1 Abrams, nei poligoni di Grafenwehr e Hohenfels. A renderlo noto è stato il portavoce del Pentagono, tenente colonnello Garron Harn, come riferito dal New York Times.
“È un diritto sovrano di Russia e Bielorussia garantire la loro sicurezza con i mezzi che ritengono necessari nel mezzo di una guerra ibrida su larga scala scatenata da Washington contro di noi”. Ha replicato così l’ambasciata russa negli Usa alla presa di posizione del presidente americano Joe Biden in merito al trasferimento di armi nucleari russe in territorio bielorusso.
“Le misure che adottiamo sono pienamente coerenti con i nostri obblighi legali internazionali”, recita una nota della sede diplomatica. Biden aveva affermato di aver avuto una reazione “estremamente negativa” alla notizia. I ministri della Difesa dei due Stati, Sergei Shoigu e Viktor Jrenin, hanno firmato intese per stabilire la procedura da seguire.


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