Politica

 La cooperazione tra Italia e Germania è fondamentale: parola di Giorgia 

di Domenico Pecile -

GIORGIA MELONI OLAF SCHOLZ


Passo dopo passo: non è una “conversione” all’ortodossia europeista, tuttavia il premier Giorgia Meloni riesce a smussare reciproche diffidenze, a rassicurare i partner dell’Ue, a dialogare senza timori reverenziali con Francia e Germania. E a non abdicare agli obiettivi che il governo si è posto. Soprattutto sui temi affrontati ieri nel corso del vertice con il cancelliere Olaf Scholz, subito dopo la visita in Svezia, Paese che ha la presidenza semestrale della Ue. Un esordio, quello della Meloni, che cade a ridosso dei summit Ue-Balcani occidentali, a Tirana, lo scorso 6 dicembre e Cop 27, il 7 novembre a Sharm el-Sheikh. Al centro dei colloqui di ieri la partita relativa alla modifica delle norme per gli aiuti di Stato, il sostegno all’Ucraina e il nodo-migranti in vista del Consiglio europeo del 9-10 febbraio dove il Governo si aspetta “segnali concreti”. Ma centrale è stata anche la questione energetica con l’Italia che si candida a diventare hub energetico fra Europa e Nord Africa. Dunque, nessun timore reverenziale nei confronti della potenza tedesca visto che prima sgombera il campo su una sua presunta allergica alla Germania (“Non ho mai detto di essere allergica alla Germania, non sempre ciò che mi viene attribuito corrisponde a verità”), poi dice a Scholz che “Italia e Germania sono legate da un rapporto bilaterale esteso a tutti i settori della vita pubblica e privata”. Dunque, con la Germania “c’è un rapporto interconnesso che rende le nostre economie fortemente complementari”. E proprio per questo il premier sostiene l’ipotesi di un fondo sovrano alimentato da debito comune. “Sappiamo – ha precisato – che ci sono posizioni differenti ma anche il tema della tempistica e alcune risposte vanno date immediatamente. Per questo serve flessibilità sui fondi esistenti: abbiamo il Pnrr che sicuramente può essere meglio indirizzato su alcune parti di priorità e ci sono fo9ndi coesione”. Poi ha aggiunto: “Cosa può fare l’Europa per rendere le aziende competitive in questo scenario? Ho illustrato la nostra posizione di cautela sulla modifica del regime degli aiuti allo Stato, abbiamo bisogno di mantenere un livello di competitività che sia uguale per tutti”. E allora, ha precisato, “più queste risorse, che già ci sono, possono essere utilizzate per affrontare i problemi, e più riusciamo ad agire con velocità”. Insomma, la cooperazione tra Germania e Italia, ha ribadito, è fondamentale per l’Ue Scholz ha raccolto l’assist e ha replicato con un “Cara Giorgia, la tua visita qui dimostra che Italia e Germania sono partner stretti nell’Europa e nell’alleanza atlantica”. E in questo contesto il premier italiano, sia il cancelliere della Germania hanno ribadito la necessita del sostegno all’Ucraina nella guerra contro la Russia. “Italia e Germania – ha puntualizzato – sostengono l’Ucraina contro l’aggressione da parte della Russia”. Nessun ripensamento, nessun ridimensionamento dell’impegno fin qui profuso in perfetta continuità con il governo Draghi. Anche sul tema dei migranti, la Meloni ha ribadito la linea del governo che chiede che la questione dei migranti sia affrontata con “responsabilità e solidarietà”. Gli stessi concetti che il ministro degli Interni, Matteo Piantedosi, ha esplicitato nella sua replica alla richiesta della Commissione dei diritti umani del Consiglio d’Europa che l’altro ieri aveva invitato il nostro governo a prendere in considerazione la revisione del decreto legge 1/2023, il decreto sulle Ong. Da parte sua, il capo del governo federale si è detto convinto che la questione dei migranti possa essere risolta “soltanto insieme” all’interno dell’Ue con un “sistema di asilo comune fondato su valori condivisi”. Non soltanto, ma per Scholz sono necessarie vie legali per i migranti”. Anche perché – ha chiosato – abbiamo bisogno dell’immigrazione. Insomma, soltanto dichiarazioni d’intenti. Di certo, il problema – uno dei più spinosi nel rapporto tra il governo Meloni e l’Ue sarà approfondito, anzi avrà la sua prima resa dei conti – come si accennava – nel corso della due giorni in programma il 9 e il 10 febbraio prossimi. Dall’esito di quel vertice dipenderanno sicuramente le politiche del nostro Governo anche perché la Commissione dei diritti umani ha chiesto all’Italia di sospendere la cooperazione con il governo libico sulle intercettazioni in mare. Sul fronte energetico, il premier ha ricordato il progetto del governo per fare sì che il nostro Paese diventi un hub per la distribuzione dell’energia, un mix energetico come soluzione alla crisi innescata dalla guerra in Ucraina. “L’Italia – sono state ancora le parole della Meloni – è fortemente impegnata sul tema della sicurezza energetica. E dunque, l’Italia come la Germania quando è iniziata l’invasione dell’Ucraina ha lavorato velocemente alla diversificazione delle nostre fonti di approvvigionamento e mi pare che, fin qui, entrambi abbiamo fatto un ottimo lavoro”. Il premier ha poi ricordato che sono state firmate due intese da Eni e la sua omologa algerina, un’intesa per ridurre le emissioni di gas serra e lo sviluppo sostenibile.

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