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La cura dimagrante forzata degli italiani

Una famiglia su tre ha limitato la quantità e la qualità dei propri acquisti, allo scopo di contenere la spesa e difendersi dai rincari

di Redazione -


L’aumento dei prezzi nel 2024 ha portato le famiglie a tagliare gli acquisti anche di beni primari come gli alimentari. Quasi un nucleo su tre (il 31,1%) ha ridotto sia la quantità, sia la qualità dei cibi acquistati. Lo afferma in una nota il Codacons, commentando il report diffuso oggi dall’Istat.

Cambiano le abitudini degli italiani

Nel 2024 la spesa per consumi delle famiglie rimane sostanzialmente stabile rispetto al 2023, ma se si analizza l’andamento degli ultimi anni si scopre che tra il 2019 e il 2024 la spesa è salita complessivamente solo del 7,6% a fronte di un’inflazione nello stesso periodo del 18,5%. Per far fronte all’aumento dei prezzi, gli italiani hanno dovuto modificare le proprie abitudini attraverso una stretta ai consumi. Emblematico è il caso del comparto alimentari, dove i prezzi continuano a lievitare a ritmo sostenuto. Una famiglia su tre ha limitato la quantità e la qualità dei propri acquisti, allo scopo di contenere la spesa e difendersi dai rincari.

Le differenze territoriali

La forbice si allarga a livello territoriale, fa notare il Codacons. A Bolzano, città che segna i valori più elevati del 2024 pari a 3.990 euro mensili a famiglia, la spesa per consumi è quasi doppia rispetto a quella Puglia (1.999 euro mensili), con una differenza di quasi 2mila euro mensili (+99,5%).

Il commento del Codacons

“I dati dell’Istat attestano ancora una volta il fortissimo effetto dei prezzi al dettaglio sulla spesa degli italiani – commenta il presidente del Codacons Carlo Rienzi –. L’onda lunga dei rincari continua purtroppo a farsi sentire anche nel 2025, con aumenti a due cifre per alcuni prodotti alimentari di largo consumo e vendite che crollano in volume. Per questo è importante che il governo adotti provvedimenti efficaci per far scendere i listini al dettaglio in settori essenziali come gli alimentari, considerando il venire meno di fattori come il caro-energia che negli ultimi anni hanno influito sui prezzi”. I rincari vengono fatti pagare al consumatore. Le riduzioni, al contrario, non si traducono in quell’agognato risparmio che farebbe rifiatare tanti italiani.


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