Politica

La delicata partita del caso Almasri riparte dalla Camera

Ieri si è riunito l'ufficio di presidenza della Giunta per le autorizzazioni

di Giuseppe Ariola -


La polemica relativa al nuovo capitolo del caso Almasri, quello che vede la Giunta per le autorizzazioni della Camera chiamata a esprimersi sulla richiesta di rinvio a giudizio per il sottosegretario Mantovano e i ministri Nordio e Piantedosi, è silenziosa ma tutt’altro che labile. Anzi, è destinata a inasprirsi con il passare del tempo e forse è proprio per questo che la maggioranza sta adottando una certa prudenza che si traduce in toni pacati e critiche velate o appena accennate. Già nel corso del primo ufficio di presidenza, che si è tenuto ieri, diversi componenti della Giunta, sia di maggioranza che di opposizione, hanno iniziato ad affilare i coltelli, pur assicurando che, nonostante le differenze sostanziali già registratesi, la riunione “si è svolta in clima sereno”. Eppure, al netto della “serenità” ostentata in maniera bipartisan, un primo nodo – e non da poco – è rappresentato dalla scelta del relatore, individuato nel deputato di opposizione Federico Gianassi. La questione è stata sollevata già nei giorni scorsi, in particolare da Fratelli d’Italia che ha avuto da ridire nei confronti del Presidente della Camera, Lorenzo Fontana, accusato di non essere intervenuto sul conferimento dell’incarico di relatore effettuato dal numero uno della Giunta per le autorizzazioni, Devis Dori, anch’egli dell’opposizione.

Polemiche anche tra alleati

A confermare le frizioni tra gli alleati di governo ci ha pensato la deputata leghista Laura Cavandola, che forte del ruolo di capogruppo del proprio partito in Giunta ha tenuto a far sapere di aver “ricordato, come confermato anche dagli uffici, che la scelta del relatore non rientra” nelle competenze dello scranno più alto di Montecitorio, “ma è di esclusiva prerogativa del Presidente della Giunta”. Non solo, perché la deputata della Lega ha anche aggiunto che “chi afferma il contrario, ignorando i regolamenti o in malafede, intende soltanto gettare discredito sull’Istituzione”. Ovviamente, a sostenere il contrario non possono certamente essere i partiti di opposizione che sono ben lieti di avere un proprio esponente quale relatore su una richiesta di autorizzazione a procedere della magistratura contro esponenti di primo piano del governo su un caso come quello del generale libico Almasri.

Il ruolo di Giusi Bartolozzi

Al di là delle querelle, la questione rischia di determinare sviluppi pericolosi per la maggioranza, non tanto sul fronte delle votazioni, perché il centrodestra ha i numeri per rispedire la richiesta dei giudici al mittente sia in Giunta che in Aula, quanto sul contenuto della relazione che sarà redatta da Gianassi. È infatti nelle pagine del documento che si insidiano i pericoli maggiori, al di là che la relazione venga o meno approvata, perché il suo contenuto, qualora contenesse dettagli rilevanti, potrebbe essere utilizzato per un nuovo rinvio a giudizio, questa volta nei confronti di Giusi Bartolozzi, da mesi sotto la lente di ingrandimento per il suo ruolo nel caso Almasri in qualità di capo di gabinetto del ministro Nordio. Eventualità che preoccupa e non poco, tanto più dopo il duro botta e risposta tra il ministro della giustizia e il presidente dell’Anm Cesare Parodi proprio sull’eventualità di un processo a Bartolozzi.


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