Attualità

La desertificazione commerciale in Italia

Dietro ogni negozio che chiude, non c’è solo un’attività economica che viene meno, c’è una perdita di socialità, di identità, di presidio del territorio.

di Gianluca Pascutti -


C’è un’Italia che ogni giorno diventa un po’ più silenziosa. Non perché manchino le voci, ma perché mancano i luoghi dove queste possono incontrarsi. I piccoli negozi al dettaglio, da sempre anima pulsante delle comunità locali, stanno scomparendo. E con loro se ne va una parte fondamentale della nostra vita sociale.

Una crisi che colpisce i piccoli comuni

A farne le spese sono soprattutto i comuni sotto i 5.000 abitanti, come accade nelle Marche, tra le regioni più colpite da questo fenomeno. Qui, anno dopo anno, le serrande si abbassano definitivamente: chiude il fornaio, chiude il macellaio, chiude la bottega che vendeva saponi e chiacchiere. A sostituirli, nel migliore dei casi, freddi scaffali di grandi centri commerciali a chilometri di distanza; nel peggiore, il nulla.

Meno negozi, meno comunità

Dietro ogni negozio che chiude, non c’è solo un’attività economica che viene meno, c’è una perdita di socialità, di identità, di presidio del territorio. La spesa, un tempo, era anche un momento per scambiarsi due parole tra paesani, per ricevere un consiglio sincero dall’esercente che conosceva i tuoi gusti e le tue abitudini. Oggi, sempre più spesso, quel rapporto umano viene sostituito da un click impersonale, o da una lunga fila alla cassa automatica.

Una sfida per chi non può muoversi

Le conseguenze sono gravi, soprattutto per gli anziani che vivono nei piccoli comuni. In molte zone d’Italia si è arrivati al paradosso, dover fare decine di chilometri in auto solo per comprare il pane o la carne. La qualità dei prodotti si abbassa, la tutela del consumatore si riduce, e la solitudine cresce.

Un segnale importante dall’Europa

Un’iniziativa importante è arrivata da Niko Gronchi, presidente nazionale di Confesercenti, che ha chiesto alla Commissione Europea di istituire una giornata dedicata al commercio di vicinato.
La proposta è stata accolta, e l’Italia si è candidata per essere il primo Paese a ospitare questa giornata speciale che punta a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza del commercio locale.

Una scelta che riguarda tutti noi

Il fenomeno è ancora arginabile, ma il tempo stringe. Scegliere di acquistare online o nei grandi centri commerciali, rinunciando al contatto umano e alla vita di quartiere, significa contribuire allo svuotamento delle nostre comunità.

Le iniziative locali

Fortunatamente, ci sono ancora associazioni, gruppi locali e cittadini attivi che si impegnano per mantenere viva la tradizione, attività temporanee nelle piazze, mercatini, botteghe itineranti che puntano sulla tipicità, la qualità del Km0 e lo spirito di aggregazione.

Un invito alla responsabilità

Salvare i piccoli negozi non è solo una questione economica è una scelta culturale, civile, sociale.
Perché un paese senza botteghe è un paese più povero, non solo nel portafoglio, ma nell’anima.


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