La disfida del Pnrr
RAFFAELE FITTO MINISTRO AFFARI EUROPEI
Stiamo lavorando per voi. Il ministro Raffaele Fitto annuncia ulteriori rafforzamenti della struttura ministeriale per il Pnrr mentre fioccano gli appelli a utilizzare tutte le risorse messe a disposizione dal Piano. Il tono del dibattito è molto istituzionale mentre Palazzo Chigi rafforza la centralità della gestione del Pnrr mentre, qualcun altro, come il governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca inoltra una richiesta al governo che va in senso totalmente opposto: “Dateci i fondi e lasciateli usare a noi”.
Che il Pnrr sia un piano a ostacoli è qualcosa di noto, fin troppo. Il ministro Fitto, intervenuto alla Festa dell’Europa a Roma, non ha perso occasione per ribadire il fatto che la fase di attuazione del piano “è molto complessa”. Tuttavia, l’esponente del governo Meloni si dice sostanzialmente ottimista perché il Pnrr “ha al suo interno soluzioni e risposte e noi stiamo cercando di adeguarle e migliorarle”. Come? Fitto punta tutto sulle strutture di gestione: “Stiamo lavorando per potenziare l’efficacia e il ruolo del dipartimento del mio ministero”. La scelta è più o meno obbligata. L’esperienza ha insegnato che delegare ai Comuni l’applicazione del Piano è stata una scelta pericolosa, dal momento che gli enti locali, troppe volte, non si sono dimostrati all’altezza delle sfide. Per colpe antiche, legate specialmente alla stagione dei tagli che hanno depauperato le piante organiche e bloccato le assunzioni. Il Pnrr, perciò, sarà diretto dal centro e saranno le strutture dello Stato centrale a sopperire alle mancanze riscontrate nei mesi scorsi.
È fondamentale, adesso, spendere tutte le risorse messe a disposizione dal Pnrr. È un concetto, questo, che accomuna gli altrimenti incompatibili Matteo Salvini, vicepremier e ministro alle Infrastrutture e Paolo Gentiloni, ex presidente del consiglio, attualmente commissario Ue all’Economia. Gentiloni, in un messaggio inviato all’Asvis, ha spiegato che la Commissione ha “impostato Next generation Eu e i piani di recovery tenendo a mente gli obiettivi di sviluppo sostenibile. I 6 pilastri su cui sono ripartiti i Pnrr ricalcano quegli obiettivi comuni, e lo stesso vale per i fondi strutturali all’interno della politica di coesione. Sfruttare appieno queste risorse è fondamentale per rilanciare una crescita economica che sia non solo più forte, ma anche più sostenibile”. Dal canto suo, Matteo Salvini, intervistato a Radio Cusano Campus, ha sottolineato che c’è una ragione per cui bisogna investire bene i fondi. “Sono per la maggior parte soldi a prestito, non un gentile omaggio dell’Europa. Per questo è importante spenderli e spenderli bene. È importante che siano per progetti che aiutino la crescita del Paese”.
Ma la scelta del governo, ribadita dal ministro Fitto, di avocare a Roma poteri e strutture sul Pnrr ha scatenato l’ira del presidente della Campania Vincenzo De Luca. Che, da copione, utilizza parole durissime: “Non ho capito bene cosa abbiano in testa Fitto e il Governo nazionale, stiamo arrivando a livelli di centralizzazione pre borbonica”. Il governatore elargisce una lezione di diritto costituzionale al ministro, a cui rivolge l’invito di farsi da parte: “Sa che sono figure costituzionali dello stesso valore del Governo? Sa che sull’utilizzo dei fondi sviluppo e coesione in Campania decido io, non Fitto? Il ministro Fitto ci dia i soldi del Fondo sviluppo e coesione, non si dia pensieri, ce la vediamo noi”.
Per Vincenzo De Luca: “Fitto deve prendere i soldi destinati al Sud e darceli”. Il presidente boccia la scelta di centralizzare: “Il risultato della manfrina che ha messo in piedi è semplicemente che sono bloccati 22 miliardi di euro destinati al Sud, con buona pace di Fitto, per legge dello Stato. Non sono nella disponibilità di Fitto, sono nella disponibilità delle Regioni. Stanno facendo un atto di irregolarità politica. Stanno rapinando fondi per legge destinati al Sud”. De Luca colpisce ancora: “I fondi Fsc servono per pagare tutti gli interventi sulla viabilità, perché quando hanno approvato il Pnrr ci è stato detto le opere stradali e per le manutenzioni dei beni artistici e storici li togliete perché li finanziate con Fsc, i fondi da 10 mesi bloccati. Ora ho 500 Comuni che mi stanno addosso perché vogliono i soldi perché le strade stanno saltando da tutte le parti ma non c’è un euro. Ma Fitto sta coordinando”. Sul Pnrr, poi, arrivano parole definitive da parte dello stesso Vincenzo De Luca: “Ritengo che il Pnrr sia stato un grandissimo fallimento, perché nel nostro Paese mancano le condizioni”. Stiamo lavorando per voi.
Che il Pnrr sia un piano a ostacoli è qualcosa di noto, fin troppo. Il ministro Fitto, intervenuto alla Festa dell’Europa a Roma, non ha perso occasione per ribadire il fatto che la fase di attuazione del piano “è molto complessa”. Tuttavia, l’esponente del governo Meloni si dice sostanzialmente ottimista perché il Pnrr “ha al suo interno soluzioni e risposte e noi stiamo cercando di adeguarle e migliorarle”. Come? Fitto punta tutto sulle strutture di gestione: “Stiamo lavorando per potenziare l’efficacia e il ruolo del dipartimento del mio ministero”. La scelta è più o meno obbligata. L’esperienza ha insegnato che delegare ai Comuni l’applicazione del Piano è stata una scelta pericolosa, dal momento che gli enti locali, troppe volte, non si sono dimostrati all’altezza delle sfide. Per colpe antiche, legate specialmente alla stagione dei tagli che hanno depauperato le piante organiche e bloccato le assunzioni. Il Pnrr, perciò, sarà diretto dal centro e saranno le strutture dello Stato centrale a sopperire alle mancanze riscontrate nei mesi scorsi.
È fondamentale, adesso, spendere tutte le risorse messe a disposizione dal Pnrr. È un concetto, questo, che accomuna gli altrimenti incompatibili Matteo Salvini, vicepremier e ministro alle Infrastrutture e Paolo Gentiloni, ex presidente del consiglio, attualmente commissario Ue all’Economia. Gentiloni, in un messaggio inviato all’Asvis, ha spiegato che la Commissione ha “impostato Next generation Eu e i piani di recovery tenendo a mente gli obiettivi di sviluppo sostenibile. I 6 pilastri su cui sono ripartiti i Pnrr ricalcano quegli obiettivi comuni, e lo stesso vale per i fondi strutturali all’interno della politica di coesione. Sfruttare appieno queste risorse è fondamentale per rilanciare una crescita economica che sia non solo più forte, ma anche più sostenibile”. Dal canto suo, Matteo Salvini, intervistato a Radio Cusano Campus, ha sottolineato che c’è una ragione per cui bisogna investire bene i fondi. “Sono per la maggior parte soldi a prestito, non un gentile omaggio dell’Europa. Per questo è importante spenderli e spenderli bene. È importante che siano per progetti che aiutino la crescita del Paese”.
Ma la scelta del governo, ribadita dal ministro Fitto, di avocare a Roma poteri e strutture sul Pnrr ha scatenato l’ira del presidente della Campania Vincenzo De Luca. Che, da copione, utilizza parole durissime: “Non ho capito bene cosa abbiano in testa Fitto e il Governo nazionale, stiamo arrivando a livelli di centralizzazione pre borbonica”. Il governatore elargisce una lezione di diritto costituzionale al ministro, a cui rivolge l’invito di farsi da parte: “Sa che sono figure costituzionali dello stesso valore del Governo? Sa che sull’utilizzo dei fondi sviluppo e coesione in Campania decido io, non Fitto? Il ministro Fitto ci dia i soldi del Fondo sviluppo e coesione, non si dia pensieri, ce la vediamo noi”.
Per Vincenzo De Luca: “Fitto deve prendere i soldi destinati al Sud e darceli”. Il presidente boccia la scelta di centralizzare: “Il risultato della manfrina che ha messo in piedi è semplicemente che sono bloccati 22 miliardi di euro destinati al Sud, con buona pace di Fitto, per legge dello Stato. Non sono nella disponibilità di Fitto, sono nella disponibilità delle Regioni. Stanno facendo un atto di irregolarità politica. Stanno rapinando fondi per legge destinati al Sud”. De Luca colpisce ancora: “I fondi Fsc servono per pagare tutti gli interventi sulla viabilità, perché quando hanno approvato il Pnrr ci è stato detto le opere stradali e per le manutenzioni dei beni artistici e storici li togliete perché li finanziate con Fsc, i fondi da 10 mesi bloccati. Ora ho 500 Comuni che mi stanno addosso perché vogliono i soldi perché le strade stanno saltando da tutte le parti ma non c’è un euro. Ma Fitto sta coordinando”. Sul Pnrr, poi, arrivano parole definitive da parte dello stesso Vincenzo De Luca: “Ritengo che il Pnrr sia stato un grandissimo fallimento, perché nel nostro Paese mancano le condizioni”. Stiamo lavorando per voi.
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