Editoriale

La fede “liquida” dell’Occidente

di Adolfo Spezzaferro -


In questi giorni abbiamo sentito parlare di fede “liquida” – un chiaro riferimento all’ideologia gender, in cui c’è chi sostiene di avere una sessualità liquida, ossia fluida, di chi tende a cambiare di volta in volta orientamento sessuale. Ebbene, nell’era del sincretismo religioso – fortemente combattuto da Benedetto XVI, il quale da strenuo difensore della fede cattolica professava una fede autentica e promuoveva un dialogo interreligioso che non compromettesse l’identità della Chiesa – c’è chi appunto ha una fede “fai da te”, con dentro un po’ di tutto. Ma c’è pure, appunto, chi ha una religiosità fluida. Lo spunto arriva dai risultati di un sondaggio del Pew Research Center di Washington, secondo cui almeno un quinto degli intervistati ha abbandonato la religione dell’infanzia. Il dato interessante è che le perdite più marcate si registrano nel Cristianesimo e Buddismo, non per conversioni a un altro credo ma proprio per perdita di affiliazione. Tale fenomeno è più marcato in Europa occidentale, Asia orientale, Nord e Sud America. Al contrario, in Paesi come India, Israele, Nigeria e Thailandia, oltre il 95 per cento degli adulti resta fedele alla religione in cui è cresciuto. Anche tra i musulmani, le uscite dalla fede sono limitate, come però pure le nuove adesioni. Se andiamo a guardare il Belpaese, il 94 per cento degli italiani è cresciuto cristiano, ma solo il 73 per cento si dichiara ancora tale. Il 24 per cento degli italiani ha lasciato la propria religione d’origine: di questi, il 21 per cento oggi è ateo, agnostico o non affiliato. Per ogni nuovo cristiano adulto, 28,4 si sono allontanati dalla fede cristiana. Insomma, l’Italia è tra i Paesi con maggiori tassi di “abbandono” religioso. Più in generale, i risultati dello studio mostrano come la religione non sia più un’identità statica, ma soggetta a trasformazioni profonde in molte società. Mentre alcuni Paesi mantengono forti legami intergenerazionali religiosi, altri stanno vivendo una secolarizzazione crescente, con una crescente indifferenza o distanza dalle istituzioni religiose. Immaginiamo che questo quadro sia allarmante per la Chiesa e che il pontificato appena inaugurato da Leone XIV cercherà di riportare gli occidentali – di tradizione cristiana più che millenaria – non tanto a messa quanto almeno ad avere fede.


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