Cultura & Spettacolo

La Fiat Turbina stella della mostra al Museo dell’Auto

Una vettura unica, affascinante e visionaria. La Fiat Turbina è un prototipo sperimentale di vettura azionata da turbomotore a gas, presentato nell'aprile del 1954.

di Giovanni Vasso -


Con le sue linee estreme e la sua originale livrea tricolore, è una delle icone più rappresentative della prestigiosa collezione del Museo torinese. Donata al MAUTO – Museo Nazionale dell’Automobile direttamente da Fiat negli Anni Sessanta, la Turbina lascia per la prima volta le sale del Museo per essere esposta nel celebre “quadrilatero della moda” ambrosiano.

Ad ospitarla sarà LARUSMIANI, storico marchio di sartoria, abbigliamento e accessori maschili, che rappresenta l’Handmade in Italy, l’innovazione tessile e il tipico stile understated milanese: valori in comune con il MAUTO, che promuove la conoscenza della storia dell’automobile in tutti i suoi aspetti, dal design alla tecnologia, alla comunicazione e alle competizioni sportive.

Per suggellare questo connubio, si è scelta la Fiat Turbina, che fu presentata lo stesso anno, il 1954, in cui fu inaugurata la bottega Larusmiani in Via MonteNapoleone. Esposta tra capi realizzati a mano da artigiani esperti e con materiali naturali, in una perfetta unione tra forma e funzionalità – la spettacolare Fiat Turbina del MAUTO esprimerà la sintesi tra eccellenza progettuale e stile italiano.

L’auto in partenza da Torino, prima di raggiungere Via MonteNapoleone, “atterrerà” nello scalo Milano Prime Linate di SEA Prime, uno dei principali gestori di business aviation in Europa e il primo in Italia, dove la Fiat Turbina coesisterà con esclusivi business jet top di gamma, ai cui motori la futuristica progettazione dell’automobile si era originariamente ispirata.

Il prototipo sarà poi visibile per tutto il mese di febbraio presso l’iconica vetrina di Larusmiani in Via MonteNapoleone 7, da anni dedicata alle auto più straordinarie della storia.

Storia e dati tecnici della vettura sono interessantissimi. All’inizio degli anni Cinquanta, sulla spinta dei rivoluzionari progressi che le turbine a gas avevano introdotte in aviazione, prese corpo da parte delle maggiori aziende costruttrici l’idea di applicare un’analoga soluzione all’automobile. Tra queste vi fu la Fiat, che avviò verso la fine degli anni Quaranta un progetto di ricerca con a capo l’ing. Dante Giacosa, direttore degli Uffici Tecnici, e l’ing. Oscar Montadone, a capo del Dipartimento Ricerche.

Il risultato è una vettura dalla meccanica avveniristica che unisce il telaio della 8V ad una turbina a gas da circa 300 CV. Il propulsore è costituito da un compressore centrifugo a due stadi, accoppiato a una turbina pure a doppio stadio e ad una turbina motrice collegata a un gruppo riduttore a ingranaggi per la trasmissione del moto alle ruote. Il motore è collocato posteriormente sull’autotelaio a 4 ruote indipendenti.

Particolare attenzione fu data allo studio dell’aerodinamica, effettuato su modelli in scala alla galleria del vento del Politecnico di Torino, per il quale fu raggiunto un coefficiente di forma eccellente, circa 0,14, rimasto record per trent’anni. La parte telaistica derivava dalla Fiat 8V, con carrozzeria berlinetta a due posti di ottima profilatura aerodinamica, fari a scomparsa e pinne sui due parafanghi posteriori.


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