Esteri

La finanza Usa ci guarda: “Draghi meglio a Palazzo Chigi”

di Alessio Gallicola -


Anche la finanza mondiale è interessata le vicende politiche di casa nostra. In particolare la scelta del sostituto di Sergio Mattarella entra nelle discussioni degli addetti ai lavori delle Borse mondiali, in fibrillazione per una nomina che potrebbe indirizzare indirettamente l’andamento dei mercati. Da Wall Street si rilancia un allarme rispetto alla situazione italiana, che non appare di facile soluzione. In particolare, negli ultimi giorni si è fatta largo la candidatura del premier Draghi per il Quirinale, che potrebbe avere l’appoggio delle forze politiche che compongono la maggioranza.

Ma questa circostanza non rassicura gli investitori internazionali, che hanno in mano circa un terzo del debito pubblico italiano e sono in gran parte provenienti dagli Usa. A Wall Street si ritiene Draghi un interlocutore affidabile da capo del governo, quindi un suo trasloco al Colle non sarebbe visto di buon occhio, tanto da alimentare addirittura voci di vendita dei titoli del Tesoro, un’azione che contribuirebbe ad accrescere l’instabilità politica e finanziaria del Paese.

Intanto fallisce ancora il rimbalzo dell’indice Nasdaq, condizionato dalle trimestrali delle grandi company dell’hi tech (da Apple ad Amazon, fino a Meta, Alphabet e Microsoft), attese per le prossime settimane. Al centro delle strategie restano alcuni aspetti, quali la politica monetaria della Fed, l’andamento dei tassi di interesse e le attese sull’inflazione. Per quanto riguarda i listini, il ribasso viene considerato fisiologico dopo la lunga corsa. Nell’ultima seduta, il rendimento del decennale Usa ha segnato il passo dopo una lunga corsa. Una dinamica che aiuta i mercati. Per il calo dei tassi, negli Stati Uniti il decennale è all’1,8%.

E sugli Stati Uniti cala la previsione non proprio ottimistica del premio Nobel dell’economia, Robert Shiller. “Le probabilità di crash sono più alte negli Stati Uniti” sostiene Shiller intervenuto ad un evento virtuale.  “Questa non è la previsione di un tonfo, ma diciamo piuttosto che la probabilità di un crash sia più alta del solito negli Usa, e quindi gli investitori dovrebbero andarci cauti e non mettere tutti i loro soldi sul mercato americano. In questo mondo impazzito, il Bitcoin è una sorta di epidemia finanziaria «molto contagiosa».


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