Esteri

La Finlandia cambia direzione I nuovi equilibri dell’Ue

di Adolfo Spezzaferro -


L’Europa vira a destra: in Finlandia vince il cosiddetto “modello Stoccolma”. Lo scorso settembre i Democratici svedesi, sovranisti, hanno vinto contro la socialdemocratica Andersson e hanno formato il governo insieme con i Moderati. Oggi in Finlandia la premier uscente, la socialdemocratica Sanna Marin, arriva soltanto terza, dietro Riikka Purra, leader dei Finlandesi, nazionalisti euroscettici. Vince, ma non abbastanza per governare da solo, Petteri Orpo, leader dei conservatori della Coalizione nazionale.
il partito della premier uscente arriva terzo
A scrutinio ultimato, la Coalizione nazionale ha ottenuto il 20,8% dei voti e 48 seggi sui 200 del Parlamento, i Finlandesi il 20,1% (46 seggi), i socialdemocratici il 19,9% (43 eggi). Tutti e tre guadagnano rispetto alle elezioni del 2019, i partiti di centrosinistra che componevano l’attuale coalizione di governo subiscono invece perdite. Questo dà il polso di come il vento sia cambiato, anche nell’Europa del nord. In Francia, a causa della sua riforma delle pensioni che ha scatenato le proteste di piazza, il presidente Emmanuel Macron è in caduta libera nei sondaggi e la leader di destra Marine Le Pen in gran spolvero. In Italia, dopo la vittoria alle politiche di Giorgia Meloni, leader di Fdi e oggi premier, continua la serie positiva del centrodestra, che dopo Lazio e Lombardia vince ancora in Friuli Venezia Giulia. Le attuali coalizioni di governo di centrosinistra in Germania e Spagna, poi, comunque si reggono su alleanze di campo larghissimo. Segno che il centrosinistra da solo non potrebbe governare.
“La democrazia ha parlato”, è il commento della Marin, che riconosce la sconfitta. La Marin ha anche guidato la Finlandia verso la Nato. Con il via libera della Turchia, Helsinki sarà il trentunesimo Stato dell’Alleanza atlantica e l’adesione non è in discussione dopo queste ultime elezioni. Infatti è stata votata da tutti i partiti. Ufficialmente la Finlandia entrerà nella Nato proprio oggi, come confermato dal segretario generale Jens Stoltenberg. Dal canto suo, la Russia fa sapere che “rafforzerà il suo potenziale militare verso ovest e nord-ovest in risposta all’ingresso della Finlandia della Nato”.
La posizione assunta dalla Finlandia sui vari fronti di discussione in sede Ue non dovrebbe cambiare. Ma quello dei socialdemocratici è comunque un risultato deludente vista la popolarità della Marin – anche grazie ai suoi video irrituali da festaiola ballerina – nel mondo europeista, Italia compresa. Una cosa è certa, con il nuovo governo non cambierà la posizione di Helsinki rispetto a Mosca. La premier uscente, come è noto, è stata ta i più accesi sostenitori della linea anti Russia, tanto da decidere di costruire un muro al confine.

Un centrodestra che somiglia a quello italiano

Per quanto riguarda la virata a destra va chiarito che come nel caso italiano, si tratta infatti di un centrodestra liberale, liberista, europeista e atlantista. Invece i Finlandesi della Purra vengono definiti da certa stampa come partito di “ultradestra” o “estrema destra”, con chiaro intento allarmistico. Il partito è certamente schierato più a destra rispetto ai moderati di Coalizione nazionale ma la linea politica somiglia molto a quella di Fdi e Lega prima che andassero al governo. Certo, i Finlandesi chiedono una linea più dura sull’immigrazione, più nazionalista e scettica rispetto a certi dettami della Ue. Non a caso il capogruppo di Fdi alla Camera Tommaso Foti esulta: “Anche gli elettori finlandesi mandano a casa la sinistra. Siamo felici di aver inaugurato in Italia con il governo Meloni una stagione politica nuova, di cambiamento e di visione patriottica del fare che raccoglie consensi all’interno dell’Italia e fa scuola in tutta Europa”. Sul risultato delle elezioni finlandesi, visto che sono tutti d’accordo sul fronte anti-russo, sembrano aver pesato le scelte relative alla finanza pubblica e ai tagli. La Marin è stata accusata di aver speso troppo.

Conti pubblici e immigrazione i nodi da affrontare

Adesso Orpo dovrà lavorare alla formazione di una coalizione di governo, che deve ottenere l’appoggio di almeno 101 parlamentari sui 200 totali. I conservatori non hanno escluso alcun tipo di alleanza, compresa quella con i Finlandesi, bocciata dai partiti di centrosinistra, con la Marin che aveva definito le posizioni della Purra sull’immigrazione “apertamente razziste”. I negoziati per la formazione del governo inizieranno dopo l’elezione dello speaker del Parlamento, il 12 aprile, e potrebbero richiedere settimane se non mesi. Ma appare già evidente che Helsinki virerà a destra (salvo guazzabugli più italici che nordeuropei).
Tuttavia, se sul fronte Nato in chiave anti-Russia i governi europei sono tutti allineati, al di là dell’orientamento, è su temi come i conti pubblici e l’emergenza immigrazione che una preponderanza dell’orientamento di centrodestra potrebbe iniziare a cambiare qualcosa a livello Ue. Certo è che il tramonto della socialdemocrazia nordeuropea è un fatto importante, che segna la fine di un’era.


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