Esteri

La Francia in lotta contro la riforma delle pensioni

di Martina Melli -


La Francia alle prese con l’ennesimo martedì nero, nella terza ondata di scioperi nazionali contro il nuovo piano pensionistico del presidente Emmanuel Macron, che punta a far lavorare i francesi due anni in più.
Secondo il Governo infatti, i cittadini dovrebbero lavorare fino all’età di 64 anni, per mantenere in attivo il bilancio di uno dei sistemi pensionistici più costosi del mondo industriale.
Mentre il disegno di legge inizia il suo passaggio in Parlamento, i lavoratori di più settori, esortati dai sindacati, continuano a scendere in piazza.
Il risultato? Servizi ferroviari cancellati, scuole chiuse e le consegne alle raffinerie interrotte, il che si traduce in una moria petrolifera.
Secondo TotalEnergies infatti, la spedizione di petrolio dai siti francesi è stata interrotta a causa dello sciopero.
Tuttavia, la società ha fatto sapere che non c’è stata una carenza di benzina nelle stazioni di rifornimento, e che i livelli di fornitura sono stati dunque generalmente soddisfacenti.
Un portavoce del sindacato CGT ha fatto sapere che ci sono state interruzioni nelle consegne nei siti di Donges, Normandia, Feyzin, Oudalle e Fiandre.
Un altro portavoce della CGT, Benjamin Tange, ha detto che un conteggio iniziale ha mostrato come circa il 75% del personale non fosse al lavoro.
Ad esempio, alla Esso, una filiale di ExxonMobil, circa il 75% della forza lavoro nel sito di Fos era in sciopero e bloccava le consegne, mentre il sito di Port Jerome funzionava normalmente.
Come mostrano i dati dell’azienda Edf, anche la fornitura elettrica francese è stata coinvolta (- 3,7 gigawatt) poiché la produzione di due reattori nucleari e diverse centrali termiche è stata ampiamente ridotta.
Ugualmente, il settore dell’energia idraulica di Edf, che ha pubblicato un avviso di sciopero per giovedì a mezzogiorno.
Gli ultimi sondaggi mostrano che un’ampia maggioranza dei francesi si oppone alla prevista revisione delle pensioni di Macron, e, allo stesso tempo, che il sostegno all’azione di sciopero rischia via via di svanire di fronte alle molte difficoltà causate dalle interruzioni.
Tom Wheeldon di France 24 ha esaminato il motivo per cui la revisione delle pensioni sta incontrando un’opposizione così dura e in che modo i cambiamenti nell’opinione pubblica potrebbero determinare l’esito della lotta tra sindacati e Governo.
L’attuale età pensionabile in Francia è una delle più basse dell’Unione europea, sebbene le norme esistenti richiedano già che la maggior parte delle persone lavori oltre i 64 anni per poter beneficiare di una pensione completa.
Secondo i sindacati, la revisione proposta danneggerà coloro che hanno iniziato a lavorare in giovane età o hanno ricoperto ruoli fisicamente impegnativi.
Emmanuel Macron, in questo momento, avrebbe bisogno di un numero magico: 289, ossia il numero di voti di cui ha bisogno all’Assemblea nazionale di Parigi per far passare questa riforma.
Il problema è che non ha ancora ottenuto tutti quei voti, perché i due maggiori gruppi di opposizione, il blocco Nupes di sinistra e il National Rally di estrema destra di Marine Le Pen, sono entrambi contrari alle riforme.
Al di fuori del Parlamento, ben otto sindacati si oppongono al nuovo piano pensionistico ma la questione che adesso si pone, è se riusciranno, o meno, a mantenere lo slancio iniziale della protesta. Il Governo sembra aspettare l’arrivo del cadavere sulla riva del fiume: se lo sciopero cresce in partecipazione, superando la cifra raggiunta l’ultima volta, il rischio negoziazioni aumenta. Al contrario, meno scioperanti uguale molto più margine di manovra per il Governo Macron.
Detto ciò, è già prevista un’altra giornata di mobilitazioni per sabato 11 febbraio.

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