Sport

La Germania fa la manita, che schiaffo per la Nazionale!

di Giovanni Vasso -


Figuraccia azzurra a Moenchenglabdach. L’Italia si fa umiliare dalla Mannschaft

Si chiama Nations League ma è solo calcio d’estate. Però prendere cinque gol dalla Germania fa sempre male. La Nazionale di Roberto Mancini incappa in una figuraccia a Moenchenglabdach e si fa fare la “manita” dai tedeschi, che fanno strame delle residue speranze di un’Italia ormai in crisi d’identità e di talento, depressa dopo il fallimento della mancata qualificazione ai mondiali.

Cinque a due è stato il risultato finale dell’incontro. La Germania ha letteralmente maramaldeggiato sugli azzurri: non c’è stata storia. Dopo dieci minuti, ha aperto la danza (macabra per Mancini e i suoi) Kimmich, poi Gundogan su rigore, Muller e la doppietta in due minuti di Timo Werner. Il bomber tedesco deve ringraziare anche il portiere della Nazionale Donnarumma, che sbaglia un passaggio consegnandogli un assist al bacio. A nulla è servito il gol di Wilfried Gnonto (che diventa il più giovane calciatore di sempre a segnare in maglia azzurra) e meno che mai la rete in profondo recupero di Bastoni, al 94esimo.

Senza retorica, che pur ci starebbe benissimo quando si parla di sfide calcistiche tra Italia e Germania, è stato un disastro. La squadra non ha retto, non ha tenuto il campo, non ha dato alcun segnale positivo. In novanta minuti è tornato lo spettro dell’Argentina che ha letteralmente umiliato i campioni d’Europa in carica allo stadio di Wembley. Colpa anche del ct Mancini, che forse ha voluto sperimentare in maniera eccessiva. E che, probabilmente, ha lasciato a casa qualche giocatore di troppo e ha caricato di troppe responsabilità qualcun altro.

Ma l’Italia deve ritrovare una squadra all’altezza della sua storia e del suo prestigio. Questo è assodato. Gran parte dell’attuale sfacelo è dovuto a un sistema che non consente ai giovani di crescere, troppo attaccato alla partita doppia anziché a quelle in campo, lo sappiamo fin troppo bene. C’è tanto da cambiare ma non sia la crisi sistemica il “refugium peccatorum” di una Nazionale in piena crisi d’identità, che è passata dai record d’imbattibilità culminati nella clamorosa vittoria degli Europei a un presente che non lascia presagire nulla di buono per il futuro.


Torna alle notizie in home