Editoriale

LA GHIGLIOTTINA – Lo scherzo telefonico al rampollo del cremlino

di Redazione -


“Lei non sa chi sono io” in versione russa (molto più preoccupante, dunque). Così ha risposto Nikolay Peskov a chi gli annunciava che doveva partire per la guerra in Ucraina. Peccato che il figlio del portavoce del Cremlino non sapesse che si trattava di uno scherzo telefonico (che potrebbe costare caro agli autori). Peskov junior è stato vittima dell’Ong dell’oppositore numero uno del Cremlino, Alexey Navalny. Invitato a presentarsi all’ufficio di reclutamento, il giovane non ha esitato a sfoggiare un: “Risolverò la cosa a un livello più alto”. Ora, al di là dello scherzo, la reazione del rampollo del braccio destro di Putin non è proprio un fulgido esempio di eroismo patriottico. Ma come? Ci sono i russi che corrono ad arruolarsi (10mila nel primo giorno) e tu usi il tuo potere per scampare al fronte? È proprio vero che tutto il mondo è Paese. E che gli imboscati non proprio cuor di leone non hanno bandiere. Noi ci scherziamo, anche perché ce lo impone la rubrica. Ma vale molto di più un sorriso strappato ai russi. La dimensione tragica rende questo scherzo una lezione di vita. Poi certo, per quanto riguarda il ram-pollo, per lui ora c’è davvero poco da ridere.


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