spot_img

LA GHIGLIOTTINA – Padre Nostro che sei leopardato

L’abito non fa il monaco, recita il famoso adagio. Ma di sicuro l’abito fa l’arcivescovo. Come nel caso di Nicola Girasoli, arcivescovo e nunzio apostolico in Slovacchia, che si è distinto per una scelta di look non proprio ortodossa (sì, il gioco di parole è voluto), ossia quella di indossare una casula in stile animalier, leopardata. L’abbinamento con il crocifisso d’ordinanza al collo in effetti fa pensare un po’ al look da rapper. Il particolare vestimento (almeno in teoria) sacro è stato sfoggiato durante una celebrazione eucaristica a Ruvo di Puglia, il 4 settembre. Il prelato era assieme al vescovo di Molfetta, monsignor Domenico Cornacchia. Le foto della messa erano state pubblicate nella pagina della cattedrale locale ma subito dopo rimosse. Il motivo? I commenti negativi per la mise leopardata. Anche sui social si è scatenata una tempesta di pesanti critiche da parte dei fedeli.

L’arcivescovo leopardato

Fino a che lo stesso arcivescovo ha voluto chiarire la sua scelta: la casula leopardata “fa parte della liturgia ufficiale dei popoli poveri africani di cui il celebrante si è sempre interessato nel suo mandato pastorale”. Poi è stato fatto presente che anche il Papa ha celebrato messa con una casula in “stile afro”, nel suo viaggio in Mozambico nel 2019. Appunto, in Africa, per avvicinare ancora di più diciamo il Dio cristiano alle popolazioni locali. Per accorciare le distanze tra i riti del luogo e la liturgia cattolica. Ecco, ora non vogliamo certo scadere nei commenti beceri da milanese razzista…la Puglia è sì a Sud ma non è ancora Africa. Con buona pace dell’arcivescovo animalier.

L’abito non fa il monaco, recita il famoso adagio. Ma di sicuro l’abito fa l’arcivescovo. Come nel caso di Nicola Girasoli, arcivescovo e nunzio apostolico in Slovacchia, che si è distinto per una scelta di look non proprio ortodossa (sì, il gioco di parole è voluto), ossia quella di indossare una casula in stile animalier, leopardata. L’abbinamento con il crocifisso d’ordinanza al collo in effetti fa pensare un po’ al look da rapper. Il particolare vestimento (almeno in teoria) sacro è stato sfoggiato durante una celebrazione eucaristica a Ruvo di Puglia, il 4 settembre. Il prelato era assieme al vescovo di Molfetta, monsignor Domenico Cornacchia. Le foto della messa erano state pubblicate nella pagina della cattedrale locale ma subito dopo rimosse. Il motivo? I commenti negativi per la mise leopardata. Anche sui social si è scatenata una tempesta di pesanti critiche da parte dei fedeli.

L’arcivescovo leopardato

Fino a che lo stesso arcivescovo ha voluto chiarire la sua scelta: la casula leopardata “fa parte della liturgia ufficiale dei popoli poveri africani di cui il celebrante si è sempre interessato nel suo mandato pastorale”. Poi è stato fatto presente che anche il Papa ha celebrato messa con una casula in “stile afro”, nel suo viaggio in Mozambico nel 2019. Appunto, in Africa, per avvicinare ancora di più diciamo il Dio cristiano alle popolazioni locali. Per accorciare le distanze tra i riti del luogo e la liturgia cattolica. Ecco, ora non vogliamo certo scadere nei commenti beceri da milanese razzista…la Puglia è sì a Sud ma non è ancora Africa. Con buona pace dell’arcivescovo animalier.

Pubblicitàspot_img
Pubblicitàspot_img

Ultimi articoli