LA GHIGLIOTTINA – Se il malore da solleone lo cura meglio la pescheria
Vi ricordate il protocollo tachipirina e vigile attesa durante la pandemia? Si è presto scoperto che non fosse proprio il top per non morire di Covid-19. Ma era comunque un protocollo terapeutico. All’ospedale di Lecce invece si è andati ben oltre. Infatti il Pronto Soccorso ha dovuto chiedere aiuto a una pescheria della zona per sopperire alla carenza di ghiaccio e poter curare un paziente arrivato in struttura con la febbre a 42 gradi che non rispondeva alle cure. E così tosto sono arrivati ben sei sacchi di ghiaccio da dieci chili l’uno (ci auguriamo non utilizzato dalla pescheria e quindi inodore).
Febbre a 42°, al Pronto Soccorso arriva il ghiaccio della pescheria
E’ stato il direttore generale della Asl, Stefano Rossi, a spiegare il curioso episodio: “Per il protrarsi delle elevate temperature corporee e dopo aver constatato insieme ai rianimatori l’inefficacia della sola terapia medica, nella tarda serata di venerdì, una dottoressa del Pronto Soccorso ha interpellato il medico di turno della Direzione medica facendo presente la necessità di un ulteriore quantitativo di ghiaccio per ridurre la temperatura dei pazienti che non rispondevano alle cure”. E la ditta De Mar ha donato il ghiacchio necessario alla causa. I malati con il febbrone da cavallo sono così stati abbattuti, come il sushi.
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