La Global Sumud Flotilla è sempre più vicina alla “zona calda”: Israele la accerchia VIDEO
Clima di scontro con la premier Giorgia Meloni
La Global Sumud Flotilla è a meno di 130 miglia nautiche da Gaza. “Non arriveremo a Gaza ovviamente, siamo convinti che ci fermeranno prima. Poi se succede il miracolo, arriveremo domani pomeriggio più o meno”. Lo ha detto, in un collegamento con RaiNews24, l’attivista Maso Notarianni che è a bordo della Karma, imbarcazione Arci della Flotilla. Nelle ultime ore la tensione è aumentata a dismisura. È stato lo stesso Notarianni a ricostruire l’accaduto: “Abbiamo avuto un ‘jamming’, ovvero ci hanno interrotte le comunicazioni per più di mezz’ora. Alcune imbarcazioni, prima dell’alba, hanno circondato la nave ‘madre’ della Flotilla, Alma, ma non hanno ancora fatto l’abbordaggio. Dopodiché hanno bloccato le comunicazioni anche ad altre imbarcazioni, ovviamente c’è grande tensione tra tutti. Siamo stati fermi per una un’oretta quando sono accadute le intercettazioni, adesso siamo ripartiti”.
Gli avvicinamenti di imbarcazioni con le luci spente
La Global Sumud Flotilla ha fatto sapere che imbarcazioni non identificate si sono avvicinate a diverse navi della Flotilla, alcune con le luci spente. I partecipanti hanno applicato i protocolli di sicurezza in preparazione di un’intercettazione.
Le accuse a Giorgia Meloni
Scontro tra gli attivisti e la premier Giorgia Meloni che ha collegato le attività della flotta agli esiti del controverso piano di pace in 20 punti di Donald Trump, che il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha già provveduto ad “amputare”. “La Presidente del Consiglio ha definito la Global Sumud Flotilla un pericolo per il ‘piano di pace’ americano. Avete letto bene: civili disarmati, attivisti nonviolenti e navi cariche di farina e medicinali sarebbero una minaccia alla stabilità. Il paradosso è evidente: si chiama pace un progetto che condanna Gaza a restare prigione a cielo aperto, e si bollano come ‘nemici’ coloro che tentano di spezzare un assedio illegale”, si legge in una nota della Global Sumud Flotilla.
“Stanotte non è a rischio solo l’equipaggio della Flotilla – prosegue il comunicato – ma il diritto internazionale stesso, calpestato da un Governo che preferisce accodarsi ai diktat di una strategia neocoloniale. Diversi Paesi hanno scelto di rispettare la legge; l’Italia, invece, certifica la propria noncuranza. Colpisce che la Presidente Meloni non abbia mai pronunciato la parola ‘legalità’ e non abbia citato l’artefice del genocidio: lo Stato di Israele. Non una calamità naturale, non una ‘guerra’, ma la responsabilità precisa di un potere che assedia, affama e bombarda una popolazione civile”.
I naviganti hanno ricordato l’allarme lanciato dall‘Oms ad agosto. Entro la fine di settembre oltre 640 mila persone a Gaza sarebbero entrate in carestia, “l’equivalente dell’intera città di Palermo”.
L’affondo di Francesca Albanese
Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite per la Palestina, ha criticato la decisione del governo italiano di abbandonare la flottiglia mentre si avvicina a una cosiddetta “zona di pericolo” più vicina alla costa di Gaza.
Il comunicato di Flotilla delle ore 8.54
Nelle prime ore di questa mattina, le forze navali di occupazione israeliane hanno lanciato un’operazione intimidatoria contro la Flottiglia Global Sumud. Una delle nostre navi di punta, Alma, è stata aggressivamente circondata da una nave da guerra israeliana per diversi minuti.
Durante l’incidente, le comunicazioni di bordo, comprese le nostre trasmissioni a circuito chiuso, sono state disattivate da remoto e la nave si è avvicinata pericolosamente, costringendo il capitano a una brusca manovra evasiva per evitare una collisione frontale.
Poco dopo, la stessa nave ha preso di mira Sirius, ripetendo simili manovre di disturbo per un lungo periodo di tempo, prima di ritirarsi definitivamente.
Queste manovre sconsiderate e intimidatorie hanno esposto i partecipanti a gravi rischi.La Flottiglia Global Sumud è una missione pacifica e non violenta che trasporta aiuti umanitari e civili da oltre 40 Paesi.
Interferire con il nostro passaggio è illegale e qualsiasi attacco o intercettazione costituisce un crimine di guerra. Nonostante questi atti di aggressione, la flottiglia prosegue la sua corsa con determinazione.
La nostra missione rimane chiara: sfidare l’assedio illegale di Gaza da parte di Israele, stare al fianco del popolo palestinese e fornire aiuti a una popolazione assediata che rischia la fame e il genocidio.
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