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LA GRANDE BELLEZZA – Dopo quarant’anni Munch torna a Milano

di Alessandra Iannello -


Cento opere, prestate dal Munch Museum di Oslo, saranno esposte fino al 25 gennaio al Palazzo Reale di Milano per la più importante mostra dedicata al genio di Edvard Munch. “Munch – il grido interiore” si trasferirà poi dal 18 febbraio a Roma a Palazzo Bonaparte. “Camminavo lungo la strada con due amici quando il sole tramontò, il cielo si tinse all’improvviso di rosso sangue. Mi fermai, mi appoggiai stanco morto a una palizzata. Sul fiordo nero-azzurro e sulla città c’erano sangue e lingue di fuoco. I miei amici continuavano a camminare e io tremavo ancora di paura… E sentivo che un grande urlo infinito pervadeva la natura”. Così Edward Munch (Løten, 12 dicembre 1863 – Oslo, 23 gennaio 1944) descrive il momento in cui concepì uno dei dipinti più celebri della storia dell’arte universale: L’Urlo. Emblema dell’angoscia dell’uomo, L’Urlo trasferisce a chi lo guarda l’angoscia e la disperazione che ha accompagnato l’intera vita del suo autore.

Un’esistenza segnata da grandi dolori quella di Munch che lo hanno trascinato ai limiti della follia: la perdita prematura della madre e della sorella, la tragica morte del padre, la tormentata relazione con la fidanzata Tulla Larsen. Tutto ha contribuito a formare la poetica di Munch, che riuscirà a esprimere, grazie a un eccezionale talento, il suo grido interiore trasformandolo in opere d’arte. I suoi volti senza sguardo, i paesaggi stralunati, l’uso potente del colore riescono a raggiungere ogni essere umano, trasformando le sue opere in messaggi universali, il malessere esistenziale che affligge ogni essere umano. È questo che ha determinato la grandezza di Munch, rendendolo uno degli artisti più iconici del Novecento e che torna a Milano, dopo 40 anni, con una retrospettiva a Palazzo Reale a Milano fino al 26 gennaio 2025.
Promossa dal Comune di Milano – Cultura, con il patrocinio della Reale Ambasciata di Norvegia a Roma, e prodotta da Palazzo Reale e Arthemisia, in collaborazione con il Museo Munch di Oslo, “Munch – Il grido interiore” è curata da Patricia G. Berman, una delle più grandi e autorevoli studiose al mondo dell’autore norvegese, e racconta tutto l’universo dell’artista, il suo percorso umano e la sua produzione. L’esposizione si snoda attraverso 100 opere, tra cui una delle versioni litografiche custodite a Oslo de L’Urlo (1895), ma anche La morte di Marat (1907), Notte stellata (1922–1924), Le ragazze sul ponte (1927), Malinconia (1900–1901) e Danza sulla spiaggia (1904).

Per tutto il periodo della mostra milanese, è stato sviluppato un ricco palinsesto di eventi che coinvolgerà diverse realtà culturali della città e che andrà ad approfondire la figura dell’artista ed espandere i temi delle sue opere attraverso diversi linguaggi, dal cinema all’architettura, dalla musica alla letteratura e molto altro. Dopo Milano la mostra avrà una seconda tappa a Roma, a Palazzo Bonaparte, dal 18 febbraio al 2 giugno 2025.


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