Per Abbonati

La guerra e i migranti: la partita dell’Italia in Ue

di Maurizio Zoppi -


Dopo aver parlato ieri al Senato, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha replicato dopo il dibattito su quanto riferito nella comunicazione in vista del Consiglio europeo di oggi e domani. La tematica è sempre la stessa: migranti. La leader di Fdi tra gli applausi della maggioranza continua a lanciare “bordate” ai politici di Bruxelles e a tutta l’opposizione del suo governo. “Siamo stati lasciati da soli a fare questo lavoro, delle volte al di fuori dei nostri confini nazionali, e raccontare al cospetto del mondo di fronte all’enorme sforzo che stiamo facendo che invece lasceremmo morire bambini nel Mediterraneo è una calunnia non del governo, ma una calunnia nei confronti dello Stato italiano”. Queste le parole della premier. “Ai colleghi sfugge la conseguenza di questo dibattito: dall’inizio del mio mandato l’Italia ha salvato 36500 persone in mare”, fa presente.
Stando a fonti di Palazzo Chigi, proprio in questi giorni il presidente del Consiglio ha contattato telefonicamente il Presidente della Commissione Europea Ursula von Der Leyen per condividere l’esigenza di agire a livello europeo rispetto al fenomeno delle “traversate della speranza”. E sembrerebbe proprio che la Meloni abbia riferito alla politica Ue, una serie di punti necessari per la gestione dei flussi migratori. “C’e ancora moltissimo da fare sul fronte del fenomeno migratorio illegale. Lavorare con risorse, implementazione di strumenti, lavorare con i paesi del nord Africa per fermare il traffico di migranti, fermare le partenze illegali. Parallelamente abbiamo ripristinato il decreto flussi, stiamo facendo un lavoro diplomatico di cooperazione, senza alcun approccio predatorio sul territorio africano, accelerazioni dei rimpatri. Questi alcuni dei punti e degli obiettivi strategici ai quali, trovo una convergenza sostanziale da parte del consiglio europeo e della commissione Ue”. Riferisce alla Camera la premier.
Insomma: l’Europa deve affrontare uno dei “compiti più ardui degli ultimi decenni: garantire la sicurezza, proteggere il tessuto economico e prepararsi ai cambiamenti radicali che potrebbero profilarsi nei nuovi equilibri globali”, ha detto Meloni. All’indomani della tragedia di Cutro, dove più di 80 migranti hanno perso la vita in un naufragio, Meloni ha inviato una lettera al presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, al presidente del Consiglio europeo Charles Michel e al Consiglio dell’UE. In risposta, i leader dell’UE hanno promesso la massima solidarietà e aiuto per gestire il fenomeno. Per risolvere il ‘problema’ dell’immigrazione, il governo italiano crede nella stabilizzazione della Tunisia, che è sull’orlo di una crisi.
“La situazione è molto, molto pericolosa”, queste le esatte parole usate da Josep Borrell, l’Alto rappresentante dell’Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza, il 20 marzo dopo una riunione dei ministri degli Esteri dell’UE a Bruxelles. I ministri hanno chiesto a Belgio e Portogallo di inviare rappresentanti in missione in Tunisia per effettuare “una valutazione della situazione per consentire all’Ue di orientare le proprie misure”.
Da parte loro, le autorità tunisine preferiscono mettere le cose in
prospettiva, evocando osservazioni “sproporzionate” e contando sulla “resilienza del popolo tunisino”. Il paese nordafricano «è a rischio default» e Meloni, in prima persona, sta esercitando, a quanto pare, tutte le pressioni possibili sul Fondo monetario internazionale, che non molla 1,9 miliardi di dollari per tenere in piedi il Paese. Nel frattempo, l’Unione europea, in particolare, deve garantire la cooperazione in materia di rimpatrio e controllo delle frontiere e condividere con la Tunisia la gestione dei flussi migratori, fondamentale anche l’assistenza nella lotta ai trafficanti. Facendo eco ai commenti del governo Meloni sul ruolo del gruppo russo “Wagner” nell’aumento dei flussi migratori verso l’Italia, il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg ha affermato che l’Alleanza sostiene l’Unione europea “nella sua azione contro l’immigrazione clandestina”, riferendosi in particolare alla forte presenza della Russia in Africa. “L’Unione Europea, la Nato e l’Occidente devono prendere atto che c’è un legame tra l’immigrazione nel “sud europeo”, che sta diventando ogni giorno più pericolosa” e la guerra in Ucraina”, ha detto di recente il ministro della Difesa Guido Crosetto. Crosetto aveva anche chiesto un controllo rafforzato del confine meridionale dell’UE ossia proprio in Italia.
“L’aumento esponenziale del fenomeno migratorio a partire dalle coste africane è anche, in misura non trascurabile, parte di una chiara strategia di guerra ibrida che la “Divisione Wagner”, mercenari al soldo della Russia, sta attuando, avvalendosi del suo rilevante peso in alcuni paesi africani Paesi”, ha detto. Dichiarazioni, che al momento, non hanno un riscontro effettivo.

Torna alle notizie in home