Esteri

La guerra e le grandi manovre: Il giallo dei droni cinesi a Mosca. A Bucha arriva il premier giapponese

di Ernesto Ferrante -


Lo stato maggiore delle forze armate ucraine ha denunciato 21 attacchi aerei e nove missilistici da parte delle forze russe. Nel suo rapporto operativo quotidiano si parla inoltre di altri 120 respinti. Ad essere colpite sono state, tra le altre, Sloviansk e Kramatorsk. Secondo la fonte, Mosca sta conducendo offensive nelle regioni di Limansky, Bakhmutsky, Avdiiv, Maryinsky e Shakhtar. I soldati di Putin stanno guadagnando terreno attorno ad Avdeevka, la cittadina di fronte a Donetsk che era sotto il saldo controllo di Kiev dal 2014. Dopo essere entrati a Krasnogorovka e Vesyoloe, l’avanzamento prosegue verso ovest, in direzione di Stepovoe e Berdichi. I bollettini militari del nemico hanno confermato anche i successi a Krasnogorovka. Parallelamente è stato intensificato il fuoco contro le ultime posizioni ucraine rimaste nei pressi di Kamenka.
Sembrano procedere più a rilento rispetto alle settimane precedenti le operazioni a Bakhmut. Come riferito da Prigozhin, la Wagner è arrivata a controllare il 70% della città, continuando a sviluppare la propria azione anche nei villaggi circostanti a nord ed a ovest. In ogni caso l’iniziativa russa va avanti. Si combatte ancora a Ugledar e Marinka.
Un gruppo russo anti-Cremlino chiamato Chyorny Most (Ponte Nero) ha rivendicato la sua responsabilità nell’incendio avvenuto la scorsa settimana in una sede del Servizio di sicurezza federale (Fsb) nella città di Rostov vicino al confine ucraino, che ha provocato la morte di almeno quattro persone e il ferimento di altre cinque.
A riportare la notizia è Radio Free Europe. Il gruppo ha reso noto su Telegram di essere coautore dell’incidente, avendo contribuito ai suoi preparativi e alla sua attuazione, ma non ha fatto i nomi di nessun altro sodale. Chyorny Most si presenta come un movimento di “guerriglia” che combatte contro il presidente Putin e “l’invasione dell’Ucraina”.
Le autorità russe hanno accusato le forze armate ucraine di aver colpito con dei droni l’oleodotto Druzhba, nella provincia di Bryansk, nel sud-ovest del Paese. Il governatore di Bryansk, Alexander Bogomaz, ha indicato sul suo account Telegram che il raid è avvenuto contro l’impianto a Novozybkov. “Le forze ucraine hanno attaccato la stazione di Transneft con l’appoggio dei loro droni, ma non ci sono state vittime”, ha fatto sapere il governatore.
Bogomaz ha quindi spiegato che i servizi di emergenza stanno lavorando per garantire il ripristino della fornitura di energia elettrica nell’area ribadendo che l’oleodotto, il più lungo del mondo, funziona normalmente e consente il trasferimento di greggio verso Bielorussia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria.
La Cina avrebbe venduto alla Russia droni e componenti per oltre 12 milioni di dollari dall’inizio dell’operazione militare speciale. Lo sostiene il New York Times, che cita dati doganali ufficiali russi forniti da una società terza.
In tutto sarebbero una settantina i fornitori cinesi e tra questi figurerebbe anche una società con una filiale in Italia. “È difficile stabilire se i droni cinesi contengano tecnologie americane che violerebbero le norme statunitensi o se siano legali”, scrive l’Nyt osservando che le spedizioni “sono spesso arrivate attraverso piccoli intermediari ed esportatori”.
Gli Stati Uniti accelerano le operazioni di consegna dei tank Abrams a Zelensky, optando per l’invio di un modello vecchio “ricondizionato” che può arrivare in otto-dieci mesi. Lo riporta Bloomberg menzionando alcune fonti, secondo le quali l’annuncio ufficiale del Pentagono è atteso a breve.
Il piano iniziale era quello di inviare 31 nuovi M1A2 Abrams, per i quali ci sarebbero voluti uno o due anni per l’assemblaggio e la consegna. Ora però gli Usa si sarebbero decisi a fornire il più “datato” M1A1, che può essere preso dalle scorte dell’esercito e sarà più facile da manovrare per le forze ucraine.
Tappa a Bucha per il premier giapponese Fumio Kishida, arrivato in visita a sorpresa in Ucraina per colloqui con il presidente Volodymyr Zelensky. Il Giappone “continuerà con il massimo impegno per sostenere l’Ucraina per ripristinare la pace”, ha detto Kishida, come riporta l’agenzia Kyodo.
“La Repubblica islamica nega categoricamente la sua presenza nella guerra in Ucraina. Mente chi sostiene che l’Iran sia impegnato nella guerra. Non è affatto vero”. Lo ha dichiarato la Guida Suprema dell’Iran, l’ayatollah Ali Khamenei, in un discorso pronunciato nella moschea Imam Reza di Mashad nel giorno in cui si celebra il Nowruz, il capodanno persiano.
Duro l’affondo contro Washington: “Gli Stati Uniti hanno acceso la scintilla che ha causato la guerra in Ucraina e sono il Paese che trae più vantaggio dal suo prosieguo, per questo motivo impediscono che si fermi”.
Gli Stati Uniti e l’Europa “impediscono” all’Ucraina di negoziare. A lanciare l’accusa è stato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, in un’intervista rilasciata all’emittente ‘Rossiya-1’. “Washington e le capitali europee, ma soprattutto Washington, ha tuonato il portavoce, semplicemente non permettono a Kiev nemmeno di pensare a un negoziato di pace”.


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