Attualità

La guerra fredda dell’energia 

di Adolfo Spezzaferro -


Si alza il livello di scontro nella guerra dell’energia tra Occidente e Russia, con il G7 che approva il tetto al prezzo del petrolio russo e passa la palla alla Ue e Mosca che minaccia di venderlo altrove. Sul fronte del gas, Bruxelles valuta il price cap contro quello russo e Gazprom annuncia che per un nuovo guasto il flusso da Nord Stream verso l’Europa non riprenderà.

I ministri delle Finanze del G7 hanno approvato il piano che prevede di fissare un tetto al prezzo del petrolio che proviene dalla Russia. Il piano conterrà i limiti entro cui verrà fissato il tetto e date possibili per l’avvio della misura, che dovrebbe avere effetto dal 5 dicembre per il greggio e dal 5 febbraio per i prodotti raffinati. Dopo l’ok del G7, per renderlo operativo toccherà alla Ue modificare il sesto pacchetto di sanzioni contro la Russia. Un’operazione il cui esito non è scontato, perché il price cap ha il supporto della Commissione europea ma necessita dell’appoggio dei singoli Paesi membri. Inoltre, per essere davvero efficace, la misura dovrebbe avere il supporto di Paesi terzi che comprano grandi quantità di petrolio dalla Russia, come per esempio l’India.

Intanto la reazione della Russia non si è certo fatta attendere. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov avverte che un tetto massimo al prezzo del petrolio, come proposto dal G7, causerà una “destabilizzazione” dei mercati dell’energia e spingerà Mosca a vendere “altrove” il suo greggio. Peskov rincara la dose, spiegando che le sanzioni contro la Russia “hanno portato a una crisi molto profonda” e a una situazione in cui gli europei “stanno comprando, spesso dagli Stati Uniti, gas liquefatto per molti soldi, completamente ingiustificati. Le società statunitensi stanno diventando più ricche mentre i contribuenti europei stanno diventando più poveri”.

Liquidando come “assurda” l’idea di un price cap sul petrolio, Peskov sottolinea che “la Russia sta valutando tutte le opzioni”, evocando “scenari alternativi” per le sue vendite. “Semplicemente con questi principi non di mercato non interagiremo con loro”, taglia corto il portavoce del Cremlino, minacciando di fatto i Paesi che aderiranno alla proposta di un tetto massimo sul prezzo. Rispondendo quindi alla domanda su dove Mosca intenda destinare il petrolio invenduto, Peskov spiega: “Verso direzioni alternative, verso quei Paesi che operano a condizioni di mercato”. Ma l’emergenza che più colpisce la Ue e l’Italia in particolare è quella determinata dai rincari monstre dei prezzi del gas. “Sono delle ferma convinzione che è tempo di un tetto al prezzo del gas dai gasdotti russi in Europa”, afferma convinta la presidente della commissione Ue Ursula von der Leyen. Immediata anche in questo caso la replica di Mosca. Come per il petrolio (con conseguenze ben peggiori per la Ue), il gas russo “non ci sarà più” in Europa se Bruxelles imporrà il price cap. A dirlo è il vice presidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev, come riporta la Tass.
Neanche a farlo apposta, il gasdotto Nord Stream, che porta il gas russo in Germania, è stato fermato dopo che l’operatore Rosteckhnadzor ha emesso un allarme rispetto a una perdita di olio da una turbina. A comunicarlo è la Gazprom. “Fino a quando non saranno eliminati gli allarmi sul funzionamento delle apparecchiature, il trasporto del gas al gasdotto Nord Stream è stato completamente interrotto”, avverte il gigante energetico russo sul suo profilo Telegram. In Italia la mossa del G7 e le future mosse della Ue vengono salutate positivamente da fonti di Palazzo Chigi. “Sono settimane che notiamo la volontà dell’Europa di agire con più decisione, una maggiore disponibilità sia sul tetto massimo al prezzo del gas che sulla partita per ’sganciare’ il prezzo del gas da quello per l’energia elettrica”, al fine di combattere il caro bollette. Le parole della von der Leyen vengono lette da Palazzo Chigi come “incoraggianti”. Anche se l’atteggiamento degli uomini più vicini al premier Mario Draghi resta prudente: “Ora bisogna attendere gli esiti del Consiglio europeo straordinario dei ministri dell’Energia, il prossimo 9 settembre, e lì vedremo se ci saranno progressi…”. La partita del tetto al prezzo del gas, da sempre caldeggiata dall’Italia, non andrà ad incidere in alcun modo, spiegano le stesse fonti all’Adnkronos, con il nuovo decreto aiuti che il governo si appresta a varare la settimana prossima. “Non c’è una condizionalità – viene puntualizzato – si procede su tutti e due i fronti, con la massima attenzione sull’uno e sull’altro dossier. Al ministero dell’Economia va avanti il lavoro sulle risorse per finanziare i nuovi sostegni”, mentre in Europa l’Italia è pronta a dare battaglia – il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani sarà a Bruxelles già lunedì – per trovare la quadra sul tetto al prezzo del gas.

Al di là dell’entusiasmo del governo uscente resta il fatto che la Ue finora si è mossa in ordine sparso e che finora i tentativi di trovare l’accordo sul price cap sono tutti falliti miseramente. Intervenire sul caro bollette a livello Ue è complicato ma il tempo stringe. Anzi, è quasi scaduto.


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