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“La guerra non si ferma per Sanremo: ascoltiamo gli appelli prima che sia tardi” 

di Redazione -

CARLO GIOVANARDI POLITICO


di CARLO GIOVANARDI
E se sulla polemica sul prev isto intervento di Zelensky al Festival di Sanremo entrassimo a gamba tesa con una proposta radicale tipo: sospendiamolo per quest’anno per rispetto ai civili inermi che in quegli stessi giorni verranno fatti a pezzi dai bombardamenti russi?
Oppure chiedere, come avveniva nella antica Grecia, di fermare la guerra per il tempo dei Giochi Olimpici (la cosiddetta tregua olimpica) chiedendo ai russi una tregua per rispetto al Festival della Canzone Italiana?
Inevitabilmente proposte di questo tipo verrebbero subito bollate come intollerabili, ridicole, utopiche e grottesche.
Premesso, pertanto, che il Festival è intoccabile e andrà in onda pure in Mondovisione in concomitanza con le stragi quotidiane di donne e bambini, perché contestare a Zelensky la possibilità di richiamare tutti al dovere di solidarietà con un intero popolo massacrato?
Per non annoiare chi comodamente seduto su un divano sta ascoltando musica leggera, rispondono i contrari.
Si dà il caso che Sanremo ricada proprio tra la Giornata della Memoria dell’Olocausto del popolo ebraico e quella del Ricordo degli Italiani infoibati in Istria, che è giusto e doveroso commemorare ogni anno, perché la barbarie non può venire a noia.
E soprattutto quando siamo ancora in tempo ad ascoltare gli appelli per fermarla prima che sia troppo tardi”.

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