Attualità

La guerra raccontata dalle donne

di Redazione -


Cosa è veramente questa guerra che la Russia ha portato in Ucraina? Così vicina, nei tg. Così lontana, perché non ci ha toccato davvero fin quando non abbiamo conosciuto una testimonianza diretta di chi il 24 febbraio dell’anno scorso e nei giorni seguenti ha vissuto “l’inizio della fine”. Filippo Poletti, 52 anni, giornalista solitamente impegnato ad attraversare le vicende del digitale e delle imprese, ha scritto stavolta Ucraina: grammatica dell’inferno, edito da Lupetti. I numeri che ha raccolto lasciano senza parole. Più di 10 milioni, pari al numero degli abitanti della Lombardia, sono le persone fuggite di casa, di cui 4,8 milioni registrate per la protezione temporanea in Europa e 5,4 milioni sfollate. Oltre 17 milioni hanno avuto bisogno di assistenza. L’Italia ne ha accolte 145.829, l’84 per cento donne e bambini.
È un numero rilevante, che, all’incirca, corrisponde alla popolazione di Foggia, Cagliari o a un decimo degli abitanti di Milano. Più del 60 per cento di loro ha trovato rifugio al Nord. Nel 2022 al consolato d’Ucraina di Milano sono state presentate oltre 56mila pratiche con punte di oltre 500 al giorno. Numeri che lasciano senza parole. Quale grammatica adoperare? Ci sono le loro voci, ad aiutare.
Tra di loro c’è Halyna. Una donna, una delle tante, che serve a cominciare ad ascoltare: “Ho 36 anni: la notizia dell’attacco all’ospedale di Mariupol del 9 marzo 2022 mi ha spinto a lasciare il mio Paese. Ho pensato che se non c’era pietà per i bambini, che sono il futuro, non ci sarebbe stata neanche per me. Ho preso l’essenziale, chiuso la porta e sono scappata in Italia”.
Tragico il bilancio delle vittime civili: secondo l’ultimo dato diffuso il 13 febbraio dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani, sono state 18.955. “Se paragoniamo queste perdite a quelle registrate in 20 anni di guerra in Afghanistan – nota Poletti – scopriamo che il conflitto in Ucraina ha fatto più di un terzo di quelle conteggiate tra il 2001 e il 2021”.
Da Oksana poche parole: “Città che bruciano, corpi accatastati: non riesco più a guardare i tg. Non ce la faccio a vedere i luoghi del mio passato del mio passato andare a fuoco”.
Donne che raccontano, Gli uomini non ci sono. Per precisa scelta di Poletti.

Presentati in 51 grandi racconti, i principali fatti della guerra in Ucraina (dalla strage di Borodyanka a quelle di Bucha, Irpin, Kharkiv, Kramatorsk, Mariupol e Zaporizhzhia) sono commentati dalle profughe tra i 33 e 50 anni, indicate con il solo nome di battesimo così da rispettare la loro richiesta di non diffondere il cognome e renderle riconoscibili.

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