L’organizzazione americana Gaza Humanitarian Foundation (Ghf) ha confermato che 20 palestinesi sono morti nei pressi di un centro di distribuzione di aiuti nel sud della Striscia. Fonti mediche palestinesi avevano denunciato l’uccisione di venti persone nella giornata di ieri mentre erano in attesa di cibo vicino a Khan Yunis. In una nota, l’organizzazione ha parlato di “fondati motivi per credere che elementi della folla, armati e affiliati ad Hamas, abbiano deliberatamente fomentato i disordini”.
Tempi incerti per i negoziati su Gaza
I colloqui indiretti tra Hamas e Israele proseguono a Doha. “Finché si terranno gli incontri, le delegazioni saranno presenti qui a Doha e tutte le parti comunicheranno quotidianamente. Questi negoziati sono in corso”, ha dichiarato il portavoce del Ministero degli Esteri del Qatar, Majed bin Mohammed Al Ansari, nella conferenza stampa settimanale, sottolineando il costante impegno di tutte le parti, sebbene “non sia stato possibile stabilire una tempistica”.
La campagna militare israeliana nella Striscia di Gaza, in corso dall’ottobre 2023, ha causato 58.479 morti e 139.355 feriti, stando alle stime delle autorità sanitarie dell’enclave palestinese.
Israele non si ferma
Lo Stato ebraico continua a beneficiare della reticenza di gran parte della comunità internazionale a condannare le brutalità commesse dal suo esercito. L’ultimo esempio in ordine di tempo è rappresentato dell’Unione Europea, che nulla ha fatto relativamente alla revisione delle sue relazioni con Israele per le violazioni dei diritti umani nella Striscia di Gaza. Secondo il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa’ar, si è trattato di “un importante risultato politico”.
Per Sa’ar, “il solo tentativo di imporre sanzioni contro uno Stato democratico che si sta difendendo dai tentativi di distruggerlo è scandaloso”. Il ministro ha ringraziato tutti i dipendenti del Ministero degli Esteri e delle ambasciate israeliane in Europa per “averci sostenuto e aver impedito un attacco contro Israele che sarebbe stato anche un attacco contro la stessa Unione Europea”. Gli Stati membri non hanno dato seguito alle ventilate ritorsioni contro Tel Aviv, augurandosi che migliori l’accesso umanitario a Gaza.
I banner propagandistici
Il governo israeliano sta facendo uso di inserzioni pubblicitarie per veicolare la propria versione dei fatti all’interno dei siti di informazione italiani. Al centro della campagna, di cui “Fanpage” ha ricostruito i passaggi, c’è un articolo di Avvenire, sponsorizzato senza il consenso della testata. A fungere da “cavallo di Troia” è un banner recante la seguente scritta: “La sistemica violenza sessuale l’altra arma del 7 ottobre”.
Il link rimanda al pezzo sopracitato nel quale vengono riportati i risultati di un nuovo rapporto del progetto Dinah Project (gruppo israeliano) che “fornisce numerose testimonianze che provano come il gruppo terroristico abbia usato in modo sistematico ed esteso la violenza sessuale come arma durante l’attacco terroristico del 7 ottobre”. Da mesi, la Israeli Government Advertising Agency (IGAA), che cura la comunicazione del governo di Benjamin Netanyahu, sta cercando di orientare l’opinione pubblica con strumenti di tipo commerciale.
I raid in Siria
Lo Stato ebraico ha sconfinato militarmente in Siria, rispondendo alla richiesta dei drusi. Un’esplosione è stata avvertita a Damasco. L’esercito israeliano ha riferito di aver colpito l’ingresso del quartier generale dell’esercito siriano nella capitale. “Stiamo operando per salvare i nostri fratelli drusi”, ha affermato il Premier Benjamin Netanyahu in un comunicato in cui ha chiesto ai drusi israeliani di non passare il confine, dopo che alcune centinaia di membri della comunità lo hanno fatto.
Il leader spirituale del gruppo etnoreligioso in Israele, Sheikh Muwaffaq Tarif, ha convocato una protesta sulle Alture del Golan, spiegando di essersi appellato a Netanyahu e al suo ministro della Difesa Katz per un’azione contro il regime siriano di al-Shara, in seguito agli scontri a Sweida.
La Turchia ha condannato i raid israeliani, definendoli “un atto di sabotaggio” contro “gli sforzi della Siria per la sicurezza, la pace e la stabilità”.