La madre 90enne nascosta morta nel cellophane per riscuotere la pensione
Non era stata nascosta nel freezer, come raccontava un’amara commedia italiana di sette anni fa, ma nel cellophane. così a Scortichino, una frazione di Bondeno in provincia di Ferrara, i carabinieri hanno ritrovato il corpo di una donna di 90 anni, ancora non chiare le circostanze che hanno guidato i militari dell’Arma nella rimessa dell’abitazione della donna ove è stata evidente la macabra scoperta. Il suo decesso risalirebbe ai primi giorni di gennaio, come ha ammesso il figlio, un uomo di 54 anni che si è giustificato asserendo di aver occultato il cadavere per continuare a riscuotere la pensione della madre, motivando il gesto con difficoltà economiche. Anche la compagna dell’uomo è indagata, probabilmente lo ha aiutato, se non a ideare il “prolungamento in vita” della donna, a tenere nascosta la notizia. Sul corpo verrà effettuata l’autopsia per chiarire le cause e la data esatta della morte.
La Procura di Ferrara ha ora aperto un fascicolo d’indagine con le ipotesi di reato di occultamento di cadavere e truffa ai danni dello Stato. Le indagini sono in corso per accertare eventuali responsabilità di altre persone coinvolte e per verificare se il decesso sia avvenuto per cause naturali o meno. L’esito dell’autopsia sarà determinante per chiarire questi aspetti e per allontanare dalle responsabilità del figlio anche l’eventuale azione finalizzata a porre fine alla vita della madre.
Per l’occultamento di cadavere rischia una pena che va da 1 a 3 anni di reclusione. Per la truffa ai danni dello Stato – l’Inps potrà costituirsi parte civile per ottenere il risarcimento del danno patrimoniale subito a causa della truffa – la pena può arrivare fino a 6 anni di reclusione, soprattutto se la truffa è aggravata dall’indebita percezione di erogazioni pubbliche tramite false dichiarazioni sull’esistenza in vita della madre. La Cassazione ha infatti chiarito che riscuotere la pensione di una persona deceduta, dichiarandone falsamente l’esistenza in vita, integra il reato di truffa aggravata poiché la condotta incide sull’attività di controllo dell’ente previdenziale e non è una semplice omissione.
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