La maratona delle Regionali: rebus voti per il centrodestra
Si parte domenica con Marche e Val d'Aosta
elezioni in sardegna
Da domenica il via di una maratona elettorale, con sette Regionali e centrodestra e opposizioni a contendersi i voti. Si parte con le Marche, ove gli elettori potranno recarsi ai seggi anche lunedì per scegliere il Governatore e votare i componenti del prossimo Consiglio.
La maratona delle sette Regionali da domenica
Domenica il voto pure in Val d’Aosta ove però il nuovo presidente sarà poi scelto dal costituito Consiglio. Aprirà poi i seggi la Calabria il 5 e 6 ottobre. Doppio turno di votazioni anche in Toscana il 12 e 13 ottobre. E in Campania, Puglia e Veneto ove la tornata elettorale si concluderà il 23 e 24 novembre.
Ogni volta, tranne che in Val d’Aosta, con la possibilità di un ballottaggio dopo due settimane qualora le urne non consegnino il risultato netto della maggioranza assoluta per il candidato presidente che otterrà più voti.
Due mesi di fibrillazioni da domenica a fine novembre
Per tutti i partiti, ancora due mesi di impegno nella campagna elettorale e di fibrillazioni all’atto dell’esito di ogni consultazione. Con un probabile rimbalzo di polemiche, sui fronti opposti, in attesa della regione successiva ove verificare se il consenso ha subito variazioni.
Al voto 17 milioni di italiani
In ballo, la scelta di voto di 17 milioni di italiani. Probabile astensionismo a parte, un risultato che pesa. Con il centrodestra chiamato a verificare – la tenuta complessiva del consenso che arrise la vittoria del 2022 e le opposizioni impegnate a misurare se le battaglie di questi mesi contro la maggioranza possano ora registrare segnali di una possibile inversione di tendenza. E, se le opposizioni potranno ricevere dalle urne la risposta dei cittadini al “campo largo” che talvolta, specie nelle recenti Amministrative, ha fornito risultati altalenanti, il centrodestra è probabilmente alla soglia di un suo riassetto complessivo.
La coalizione costituita da Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Noi Moderati, forte di una manovra di governo che ha potuto gestire e indirizzare finanziamenti e risorse all’indirizzo dei territori, conta di passare all’incasso maggiore possibile superando, come ha sempre fin qui fatto, ognuna delle frizioni dei mesi scorsi. E auspicando – i giochi sono ancora aperti, specie in Veneto e Campania – di aver individuato i candidati giusti per trainare voti.
Nel centrodestra il rebus Forza Italia
In questo quadro, il rebus che solo le urne potranno sciogliere, riguardo alla quantità di voti che nella coalizione si divideranno i quattro partiti. Quello della premier Giorgia Meloni è dato in crescita con un guadagno fino a 4 punti percentuali rispetto alle Politiche di tre anni fa, quello guidato da Matteo Salvini è chiamato a verificare quanto l’animazione polemica del leader abbia contato.
I maggiori interrogativi, su Forza Italia, che arriva a questi appuntamenti dopo una campagna “inclusiva” a tutto campo, in Parlamento e sui territori. Quali numeri incasserà Antonio Tajani? Una manovra tutta interna al centrodestra, che peraltro ha sollevato non poche irritazioni – specie quelle non ufficialmente rivelate -, o un’azione per crescere realmente nelle urne? Alla fine, per gli azzurri, saranno aumentati solo dirigenti e iscritti o anche i voti?
Finora, c’è stato il tentativo di andare oltre il gioco tra alleanze interne per trasformarlo in un risultato elettorale più solido. Perché, fino ad oggi, Forza Italia non ha raccolto dalle consultazioni elettorali risultati particolarmente tangibili e lusinghieri.
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