Politica

La marcia sul Lazio

di Eleonora Ciaffoloni -


Un passo avanti e due passi indietro, come in una danza spasmodica, è il modo in cui Fratelli d’Italia si sta avvicinando alle prossime elezioni regionali per il Lazio. Per provare a conquistare la Pisana dopo la gestione di Nicola Zingaretti sono stati molti i nomi lanciati dal partito di Giorgia Meloni e sono state molteplici le riunioni di coalizione per arrivare alla definizione del prossimo candidato, soprattutto dopo l’ufficializzazione di Alessio d’Amato a sinistra, sostenuto da Pd e Terzo Polo. L’unica certezza per ora, è che alla Regione ci dovrà essere un esponente del partito di governo. Infatti, da Fabio Rampelli, primo nome storico di Fratelli d’Italia e figura vicinissima alla Premier, si sono succeduti altri nomi di partito, ma senza mai arrivare a una quadra. Dal vicepresidente della Camera però, l’entusiasmo sembra essersi perso: la sua disponibilità alla candidatura come governatore della Regione Lazio si è rivelata come una corsa a uno, con l’ufficializzazione – che sembrava ormai formalità – non ancora confermata. Gli ultimi dubbi sulla candidatura vanno ricercati in alcune posizioni tematiche importanti per la capitale, in particolare sul termovalorizzatore. La contrarietà reiterata alla “maxi stufa” ha messo in tensione il rapporto con gli alleati e soprattutto con la linea dura di Matteo Salvini, convinto sostenitore del termovalorizzatore. Per smorzare alcune polemiche e per ampliare il quadro elettorale, era entrato in corsa anche il nome di Francesco Rocca, presidente nazionale della Croce Rossa Italiana e presidente della Federazione Internazionale delle Società di Croce Rossa. Anche Rocca come Rampelli sembrava un nome di punta per FdI, ma la bassa caratura politica gli ha fatto perdere appeal, considerato anche l’ultimo risultato portato a casa dal civico Michetti alle comunali di Roma. A sbaragliare le carte in tavola sono arrivati altri due nomi che, meno allettanti sulla carta, sembrano invece entrare in pole position per la candidatura ufficiale: si tratta di Nicola Procaccini, europarlamentare ed ex primo cittadino di Terracina e quello di Paolo Trancassini, deputato del reatino e coordinatore regionale del Lazio di Fratelli d’Italia. I due, dopo le smentite e le accuse di possibile candidatura “campata in aria”, si sono resi disponibili di fronte al richiamo meloniano. La virata verso Trancassini e Procaccini da parte di FdI non è casuale: entrambi sono molto vicini al territorio e vantano rapporti molto stretti con gli alleati di coalizione, soprattutto con la dirigenza di Forza Italia. E non solo, conoscono le problematiche delle varie province Lazio e di Roma e godrebbero di grande appoggio da parte del partito e dei colleghi. Eppure, tra i due ne rimarrà solo uno: anche se gli indizi delle ultime ore sembrano segnare la strada verso un ulteriore candidato. A rimanere in pista, nel blocco dei primi, c’è Chiara Colosimo, che ha da poco lasciato l’impegno in regione a causa all’elezione alla Camera dei deputati. A far convergere su di lei le varie preferenze ci sono molteplici fattori. In primo luogo, la Colosimo è una fedelissima di Giorgia Meloni, ma non solo. La giovane condivide con la premier molte caratteristiche e similitudini: è nata e cresciuta a Roma e ha mosso i primi passi in politica con An, frequentando addirittura la sede della Garbatella da dove la stessa Meloni era partita. Inoltre, la sua esperienza quadriennale da consigliera regionale sotto il governo di Zingaretti la rende una figura già inserita nelle vicissitudini del territorio e anche un’attenta conoscitrice delle dinamiche della Pisana. Su di lei si sono accerchiate anche le forze alleate: sia Forza Italia che Lega hanno chiesto di puntare su un candidato politico e nello specifico sulla Colosimo, nome ideale per chiudere un accordo nel breve periodo. Le due forze si dicono preoccupate e la richiesta impellente è quella di non temporeggiare, soprattutto da domani, quando il presidente vicario della Regione Daniele Leodori firmerà il decreto di indizione del voto, con le elezioni che si svolgeranno unicamente nella giornata di domenica 12 febbraio. Tanti nomi e tante figure diverse, eppure il centrodestra prende ancora del tempo: l’unica cosa certa è quella che il simbolo da barrare sulla scheda elettorale sarà quello di Fratelli d’Italia. Però, a tenere alto il morale alla compagine di centrodestra ci pensano i sondaggi. Difatti, dalle proiezioni di voto si nota come il partito di Giorgia Meloni si trovi saldamente in testa con il 33,8%, seguito da un Pd al 17% e un M5S sotto il 16%: dei risultati che andrebbero a replicare nel Lazio lo stesso risultato delle recenti elezioni politiche.


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