Esteri

La medaglia dell’Italia per la “resistenza in Ucraina”

di Redazione -


di FRANCESCO NICOLA MARIA PETRICONE *
La faccia più atroce della guerra in Ucraina ha gli occhi dei figli della famiglia Stepanenko, tutti mutilati dall’attacco russo alla stazione ferroviaria di Kramatorsk, l’8 aprile 2022, che provocò la morte di oltre cinquanta persone, dieci delle quali erano bambini. Ha lo sguardo serio di Mykyta, neanche adolescente, ferito agli arti superiori e inferiori, tanto da subire l’amputazione di parte di essi, nell’inferno della battaglia Bakhmut, durata quasi un anno, dal 1° agosto 2022 al 20 maggio 2023. È lo stesso volto segnato dalla fatica dei fratelli Volodymir e Yakiv, sette e dieci anni, anche loro mutilati e menomati a seguito dell’attacco del 7 luglio 2022 ai quartieri residenziali di Serhiivka. Ma la forza più straordinaria della Resistenza dell’Ucraina, che da due anni fronteggia l’aggressione voluta da Vladimir Vladimirovic Putin, ricercato dalla Corte penale internazionale per crimini di guerra proprio per deportazione di bambini, è anche nei ritrovati sorrisi dei figli della famiglia Stepanenko, in quelli di Mykyta, Volodymir, Yakiv, e di centinaia di altri piccoli eroi, grazie a Unbroken Kids. La struttura dell’ospedale pediatrico St. Nicholas di Leopoli aiuta gratis tutti loro e altre vittime dell’aggressione, con cure fisiche e psicologiche per superare i traumi della guerra russa. In occasione del secondo anniversario dell’inizio dell’occupazione russa, l’Italia ha coniato una medaglia in bronzo a loro dedicata. È intitolata ai “Due anni di resistenza ucraina” proprio per contribuire al progetto Unbroken Kids e sostenere la riabilitazione di Yakiv, Volodomyr, Mykyta, ma anche di Ihor, Roman, Oksana, feriti nel corpo, ma dallo spirito ‘unbroken’ ininterrotto e indistruttibile, ‘nezlamnyy dukh’. Perché ininterrotta è anche “la resistenza del popolo ucraino. “Daremo anima e corpo per la nostra libertà” si legge su una delle facce della medaglia, realizzata con il patrocinio della Presidenza del Consiglio, la frase dell’inno nazionale ucraino, divenuto famoso in tutto il mondo per essere un simbolo di lotta per libertà e giustizia. Il nostro Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha consegnato personalmente all’ambasciatore italiano a Kyiv, Pier Francesco Zazo, una di queste medaglie, proprio in occasione delle manifestazioni a margine della riunione del G7 a Kyiv. “La cooperazione italiana sta lavorando molto nel settore dell’assistenza sanitaria, con particolare riferimento alle protesi e alla chirurgia ricostruttiva” ha detto l’ambasciatore Zazo, all’indomani della prima sessione inaugurale del G7 a presidenza italiana che il presidente Meloni ha voluto fortemente tenere nella capitale ucraina. “È una iniziativa che merita il massimo sostegno, con bisogni umanitari che continuano ad essere enormi. Circa il 40 per cento della popolazione ucraina necessita di assistenza, proprio quando prosegue la sistematica distruzione di ospedali e centri umanitari ucraini”. E contro ogni disinformazione tentata dall’aggressore russo. Perché “la guerra scatenata da Putin ci tocca, eccome, da vicino e sta a noi ricordarlo, anche con queste iniziative” ha ribadito nei giorni scorsi il sottosegretario Fazzolari, insignito dal presidente Zelensky dell’onorificenza dell’Ordine del Principe Yaroslav, per il suo aiuto all’Ucraina. I fondi ricavati dalla vendita della medaglia coniata dalla Zecca dello Stato, distribuita anche con la collaborazione di Poste Italiane, andranno a sostenere proprio le iniziative del progetto Unbroken Kids. A settecentotrenta giorni di guerra, ricordati in numero romano nell’altra faccia della medaglia, l’Italia persevera nel sostegno all’Ucraina, nostra casa, per arrivare a una pace giusta e non una resa ipocrita, come ha ribadito ancora una volta il nostro Presidente del Consiglio in occasione del G7 di Kyiv. In difesa del diritto all’autodeterminazione dei popoli, contro la logica della guerra e del terrore di Putin. Per Mikhailo, Serhii, Yulia e tutti le altre vittime di questa tragedia che non si arrendono. Perché sono indistruttibili nello spirito.


*f.petricone1@lumsa.it


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