Editoriale

La memoria del Cavaliere e l’odio dei grillini

di Adolfo Spezzaferro -


Chiudere in bruttezza, con palese assenza di senso della misura oltre che assenza totale di rispetto. La vergognosa sceneggiata del Movimento 5 Stelle in occasione della commemorazione di Silvio Berlusconi nel primo anniversario della sua morte dà perfettamente il polso di come i grillini, sotto botta per la cocente sconfitta, schiaffeggiati pure dal loro maître à penser Marco Travaglio, stiano dando il loro peggio. Il M5S ieri ha deciso di non partecipare alla commemorazione del quattro volte premier Berlusconi che si è tenuta al Senato. D’altronde esattamente un anno prima avevano disertato i funerali di Stato dello storico leader di Forza Italia e padre del centrodestra nel Duomo di Milano. I 5 Stelle invece si sono prodotti in uno spettacolo indecoroso alla Camera. “Noi riteniamo che l’eredità di Silvio Berlusconi in questo Paese sia stata politicamente e moralmente disastrosa”, ha detto il deputato Ricciardi. “Berlusconi ha inquinato il rapporto tra politica e magistratura”, ha aggiunto il grillino, tra gli applausi dei suoi colleghi (in via di estinzione). A quel punto sono stati i deputati del centrodestra che hanno lasciato l’Aula in segno di sdegno. Immediata la ferma replica di Forza Italia: con la sua mancata partecipazione alla commemorazione di Berlusconi, il M5S “non smette mai di alzare il livello del proprio analfabetismo istituzionale”. “Il valore del nostro Presidente non solo dopo la scomparsa, ma anche negli ultimi anni di vita, è stato ampiamente riconosciuto anche da critici e avversari”, si legge in nota del partito. “A differenza di Berlusconi, la storia del nostro Paese, che non conoscono, si dimenticherà ben presto” dei grillini. Sottoscriviamo per intero, aggiungendo solo che è politicamente inutile se non controproducente strumentalizzare la commemorazione di un defunto per attaccarlo. Ciò vale in assoluto. Ma è doppiamente riprovevole da parte di una fazione allo sbando, guidata solo dall’odio cieco contro un gigante della politica.


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